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Un Mario Bianchi scatenato che mai per parlare delle varie tematiche che interessano la Nautilus, in vista del via della storica avventura nel campionato di serie A1, con day one il 4 ottobre a Catania contro le campionesse d’Italia in carica dell’Orizzonte. Che squadra è nata?
«Abbiamo completato una rosa giovane – spiega il ds – con tanta energia e voglia di crescere. È un gruppo che dovrà adattarsi velocemente al livello della Serie A1, che ha ritmi e intensità altissimi, ma siamo convinti che con il lavoro quotidiano e la guida di mister Lisi potremo dire la nostra. Abbiamo fatto innesti mirati, senza snaturare l’identità del club: le nostre fondamenta devono restare le ragazze cresciute qui. Il gruppo è giovane, con tanta voglia e tanto da imparare.
La serie A1 per molte di queste ragazze sarà un altro mondo, con ritmi e intensità mai visti prima, dovremo affrontare momenti delicati, forse tutto si deciderà in poche partite fondamentali. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma non ci arrenderemo. Mister Lisi ha la responsabilità e il talento per far nascere una squadra che sappia combattere sempre, fino all’ultimo secondo. Sappiamo che sarà un campionato molto impegnativo. L’obiettivo primario è restare in A1, ma soprattutto crescere come squadra e come società. Non ci interessa solo la classifica: ci interessa far vedere che la Nautilus è un progetto vero, fatto di testa, cuore e pazienza».
Ma dietro i sorrisi, resta il nodo impianti, che costringerà ancora una volta le pavonesse a dover viaggiare di continuo per poter svolgere la loro attività. «È la parte più difficile. Io, quando ho accettato questa sfida, ho immaginato le nostre ragazze al PalaGalli, davanti alla gente che le ha viste crescere. Non è stato possibile finora e non nascondo l’amarezza. Ringrazio però Tarquinia e Viterbo che ci hanno accolto con grande generosità dandoci anche aiuti concreti. La verità è che per costruire un futuro solido serve una base vera: la scuola nuoto, i vivai, tutto ciò che parte dalla nostra casa».
Ma Bianchi, in attesa di un impianto a disposizione, cosa si aspetta dall’amministrazione comunale di Civitavecchia? «So che l’amministrazione si sta muovendo per risolvere il problema degli spazi acqua – riprende il dirigente verdazzurro - e confido che presto si possa sbloccare la situazione. Come già detto la mancanza di una casa limita anche la fondamentale attività di reclutamento: a fronte della richiesta di tante bambine che vogliono provare la pallanuoto, come possiamo chiedere ai genitori di portarle in piscine lontane da casa ed in orari impossibili vista l’età? Nel frattempo però sarebbe importante sentire la presenza dell’Amministrazione anche ai nostri allenamenti e alle nostre partite. E’ vero che ci alleniamo a Tarquinia e giochiamo a Viterbo ma la nostra squadra è e vuole rimanere di Civitavecchia.
Quando abbiamo giocato al PalaGalli, abbiamo avuto sempre un pubblico numeroso di appassionati sulle tribune. E non possiamo che esserne felici. Proprio per rimanere una squadra di Civitavecchia, però stiamo affrontando quotidianamente spostamenti impegnativi e alla lunga pericolosi, visto la mole di km che si fanno per trasferire da e per Tarquinia e Viterbo la prima squadra e le giovanili. Un aiuto in questo senso da parte degli imprenditori locali renderebbe tangibile la vicinanza della città al nostro progetto.
E non dimentichiamoci che avere una squadra che milita nella massima serie ha anche un risvolto economico non indifferente. In questo momento ne traggono un vantaggio altre città ma quando la situazione delle piscine sarà normalizzata a goderne sarà il tessuto economico di Civitavecchia. Noi ci siamo, con sacrificio e passione. Le ragazze danno tutto in acqua, ogni giorno, perché sentono il peso e l’orgoglio di rappresentare Civitavecchia. La Serie A1 non è solo un traguardo: è un patrimonio della città. Se uniamo le nostre forze – squadra, tifosi, istituzioni – questo sogno non solo resisterà, ma diventerà sempre più grande».
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