CIVITAVECCHIA – L’Ugl Mare e Porti, tramite la sua rsa, punta il dito contro l’Autorità di sistema portuale in particolare per quanto riguarda il contratto di secondo livello. «Al fine di poter meglio comprendere le attuali rivendicazioni del personale non dirigente dell’AdSP – spiegano dal sindaco – giova ricordare che agli stessi è stato disdetto nel corso del 2022, in maniera unilaterale, il contratto di secondo livello, che dopo una lunga trattativa il 15 dicembre 2022 fu siglato con scadenza 31 dicembre 2024 (approvato con Delibera del Comitato di gestione nella seduta del 30 dicembre 2022, con il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti). Il nuovo accordo, elaborato tenuto conto delle Linee Guida indicate dal Segretario generale, ha comportato un risparmio per il bilancio dell’Ente di circa 750mila euro, con tagli importanti, a carico del personale non dirigente. A febbraio 2023, su proposta del Presidente, del Segretario generale e del neo insediato Presidente del Collegio dei revisori, il Comitato di gestione ha approvato una delibera che prevedrebbe “il conguaglio” su una voce dell’accordo denominata “elemento retributivo consolidato”, quindi con potenziali recuperi in busta paga. Sul punto – hanno ricordato – si era espresso, invece, in maniera favorevole al personale non dirigente il Ministero delle infrastrutture che, in una nota della Direzione competente ha precisato che tale elemento è da intendersi quale elemento retributivo ex Autorità portuale, nel quale sono confluiti istituti frutto di precedenti contrattazioni che, nel venire definitivamente cristallizzati, al fine di garantire il mantenimento del livello retributivo in essere, sono comunque da considerarsi destinati al graduale esaurimento del personale in forza all’AdSP alla data di sottoscrizione del Protocollo d’Intesa in Assoporti. A decorrere dal mese di marzo 2023 è iniziata, pertanto, una vertenza su tale istituto “consolidato” del personale dell’AdSP tesa a difendere il diritto acquisito dai lavoratori in quanto risalente ad accordi sindacali sottoscritti nel 2005, 2008 e 2010, approvati da tutti gli Organi deliberativi e di controllo. Risulta quindi inaccettabile la decisione dei vertici di convocare un Comitato di gestione urgente sull’argomento il 9 febbraio 2024, durante il quale “sembrerebbe”, secondo le voci che circolano all’interno dell’Ente, che sia stata votata la disdetta unilaterale di alcuni articoli del contratto di secondo livello. L’Ugl Mare Porti ha dichiarato in più sedi la validità e la vigenza dell’accordo sottoscritto a dicembre 2022 con scadenza dicembre 2024».

E da Ugl ricordano proprio che dipendenti dell’ex Autorità Portuale, ora AdSP, oltre a essere stati protagonisti, negli ultimi decenni, della crescita portuale della Regione sono stati oggetto di apprezzamento per competenza e professionalità «proprio da chi oggi – hanno sottolineato – tende a disconoscere in maniera singolare e unilaterale accordi sindacali del passato resi peggiorativi nel presente. L’Ugl Mare Porti manifesta inoltre perplessità circa il diverso approccio usato dai vertici e dal Collegio dei revisori dei conti che hanno invece approvato un aumento delle retribuzioni del personale dirigente e di aver avallato l’assunzione a tempo determinato di nuovi funzionari con mansioni di responsabilità in settori dove sono già presenti professionalità altamente qualificate, con un aumento dei costi del personale in barba ai contenimenti previsti dallo stato di crisi mai dichiarato concluso. Un esempio fra tutti riguarda la recente assunzione di un avvocato attraverso un bando e altre assunzioni che sono state previste nel PIAO 2023-2025, approvato con Decreto Presidenziale n. 94 del 24 marzo 2023. In conclusione l’Ugl Mare Porti segnala che al Comitato di gestione compete, in base alla legge 84/94, unicamente il recepimento degli accordi di secondo livello e non l’adozione di provvedimenti unilaterali di modifica e/o sospensione dell’efficacia degli  accordi vigenti. L’auspicio – hanno concluso – è che venga al più presto chiusa la vertenza, nel rispetto delle corrette relazioni industriali, vertenza che ha una valenza nazionale per le conseguenze che potrebbe comportare anche in altre AdSP».