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CIVITAVECCHIA – «Se la giunta Tedesco non avesse ritirato la gara – già affidata – sul progetto dell’amministrazione M5S, il mercato sarebbe stato riqualificato da tempo». Così il M5S interviene sulla questione degli alberi di piazza Regina Margherita, non risparmiando critiche.
«Quello che tra qualche mese vedrà la luce è un progetto decisamente peggiore di quello che sarebbe stato realizzato 6-7 anni fa, anche se ci stiamo adoperando per integrarlo con altro progetto migliorativo – hanno tuonato – un progetto che, oltre ad essere decisamente meno funzionale, tra le altre cose, prevede l'abbattimento di quasi tutti gli alberi che da 100 anni conferiscono a piazza Regina Margherita l'aspetto che tutti conosciamo. Purtroppo da questo progetto non si può tornare indietro: ormai i tempi sono andati troppo in là e anche un minimo ritardo comporterebbe la perdita dei fondi del PNRR con cui è stato finanziato, così come è stato messo nero su bianco dagli uffici competenti. Nonostante questo non possiamo non rimarcare come tutta la gestione della riqualificazione del mercato dal 2019 in poi sia stata fallimentare: dal ritiro della gara, alla rielaborazione del progetto, alla perizia sugli alberi fatta solo per giustificarne l'abbattimento, sicuramente la situazione poteva essere gestita diversamente e meglio».
Qui proprio il nodo, con la questione alberi al centro del dibattito in maggioranza: «Abbattere alberi secolari, seppur malandati, quando le principali città europee trasformano le piazze in boschi è qualcosa che ci lascia l'amaro in bocca, che non capiamo e ci riesce difficile accettare – hanno infatti sottolineato – per non parlare poi della valenza storico-paesaggistica che rende tali piante insostituibili. Ma purtroppo la situazione è questa e non abbiamo mai avuto grandi margini di manovra. Non ci resta che auspicare che tutta questa vicenda dimostri, in futuro, di aver effettivamente rilanciato un pezzo importante dell'economia cittadina. I troppi progetti in itinere fondamentali per Civitavecchia ci impongono di voltare pagina e guardare avanti, ma è innegabile che ci eravamo prospettati che le cose andassero diversamente».





