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CIVITAVECCHIA – «La legge di bilancio è stata votata e, ancora una volta, sul futuro delle centrali di Brindisi e Civitavecchia il governo ha deciso di non decidere. Nelle ultime settimane era stato persino ventilato un decreto ad hoc, atteso nel Consiglio dei Ministri di ieri, che però non è mai arrivato. E questo nonostante le promesse ripetute dei ministri Pichetto Fratin e Urso (che avevano annunciato un provvedimento per definire tempi, risorse e strumenti). È una scelta consapevole: scegliere di non scegliere, condannando due territori strategici a vivere in un limbo permanente». È l’amara riflessione dei circoli Pd di Civitavecchia e Brindisi, a poche ore ormai da quel 31 dicembre 2025 atteso da tempo come fine del carbone nei due territori.
«Questa immobilità non è solo un errore politico, è il segno di una politica energetica inesistente – hanno evidenziato i due segretari dei circoli, Patrizio Pacifico per Civitavecchia e Francesco Cannalire per Brindisi - il PNIEC bocciato dall’Europa lo aveva già dimostrato. Oggi appare ancora più chiaro che non esistono né visione né programmazione, mentre ogni decisione viene rinviata scaricando sulle comunità locali tutte le conseguenze. Se non fossimo di fronte ad un'inedia dannosa sembrerebbe un ennesimo ammiccamento alla potente lobby del fossile, che a giudicare dalla mancanza di visione sulla transizione energetica potrebbe far pensare a una presenza "ingombrante" nelle scelte strategiche di questo governo. Civitavecchia e Brindisi sono territori che hanno pagato, per decenni, un prezzo altissimo in termini di inquinamento, impatto ambientale e salute pubblica. Hanno fornito energia al Paese intero, sostenendo il peso di scelte nazionali che hanno generato benefici altrove (ma costi enormi sulle popolazioni residenti). Oggi, nel momento in cui servirebbero certezze, investimenti e alternative industriali reali, il governo risponde con il silenzio. È un dramma per comunità che hanno già dato più di tutti e che si vedono trattate con un’indifferenza che assomiglia al disprezzo».
«Il territorio non accetterà questa situazione – ha tuonato Pacifico – parliamo di una comunità che ha sopportato sacrifici ambientali enormi e che oggi viene abbandonata. La destra col suo governo sta penalizzando i territori che dovrebbe tutelare. Noi coinvolgeremo cittadini, associazioni e istituzioni per pretendere rispetto e programmazione».
«Senza decisioni chiare, Brindisi viene lasciata senza futuro - afferma il segretario del PD di Brindisi, Francesco Cannalire – avevano promesso strumenti per accompagnare il phase-out e invece nessun decreto è nessuno stanziamento, solo il nulla. Il governo di centrodestra sceglie l’inerzia e lascia che a pagare siano lavoratori e famiglie».
I Circoli del Partito Democratico di Brindisi e di Civitavecchia chiedono l’apertura immediata di un percorso serio e trasparente sulla riconversione, con risorse certe e tempi definiti, e con il pieno coinvolgimento dei territori, «come annunciato da mesi – hanno concluso – con una dose di ipocrisia che ormai appare provocatoria. La transizione energetica non può restare un annuncio: deve diventare un processo giusto, pianificato e centrato sulle comunità che hanno sostenuto per anni il sistema energetico nazionale».







