PHOTO
Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato da Ama spa, confermando l’obbligo per gli enti e le società che non riescono a essere autosufficienti nel recupero e nello smaltimento dei propri rifiuti e che conferiscono in impianti situati fuori dal loro ambito territoriale ottimale (Ato), di corrispondere un benefit ambientale aggiuntivo del 5 per cento alla provincia che ospita tali impianti.
Nel 2022 Ama spa, che attualmente invia parte dei rifiuti della città di Roma presso gli impianti del territorio viterbese, aveva promosso ricorso al Tar del Lazio contro il piano regionale dei rifiuti e la delibera regionale n. 448/2022, chiedendo di dichiarare l’illegittimità della disposizione e di non pagare l’incremento previsto. Nel giudizio la Provincia di Viterbo è stata rappresentata e difesa dai legali interni Paolo Felice e Marta Dolfi.
Il tribunale ha confermato la legittimità della norma contenuta nel piano regionale dei rifiuti del 2020 e nella delibera 448/2022: il benefit del 5 per cento è un contributo dovuto alla provincia che si fa carico dei rifiuti provenienti da altri Ato, come forma di compensazione ambientale per i disagi e gli impatti generati dalle attività di trattamento e smaltimento.
Il Tar ha dichiarato il ricorso non solo inammissibile, ma anche infondato nel merito, escludendo la natura tributaria dell’addizionale e riconoscendone la finalità patrimoniale e indennitaria. Tale impostazione è in linea con il principio europeo “chi inquina paga”, sancito dall’articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
«Siamo soddisfatti di questa sentenza – ha dichiarato il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli – La Tuscia non può e non deve diventare la discarica del Lazio. Ospitiamo ormai da anni una quota significativa dei rifiuti romani e, nonostante ciò, Ama aveva deciso di contestare il pagamento del benefit ambientale previsto dalla legge. Chi conferisce i propri rifiuti nella nostra provincia, perché non autosufficiente, deve contribuire ai costi e ai disagi ambientali che ne derivano. È una questione di equità, trasparenza e tutela del nostro territorio».



