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LADISPOLI - Sequestro di persona a scopo di estorsione e detenzione ai fini di spaccio di 107 chili di cocaina. Con queste accuse, dopo le indagini della Dda di Roma con i carabinieri del Nucleo investigativo della Capitale, Leonardo Bennato è stato arrestato. Il pregiudicato 44enne, arrestato in passato nell'ambito dell'inchiesta "Grande Raccordo criminale", condannato a 6 anni e poi scarcerato, è stato fermato nel pomeriggio di mercoledì a Ladispoli in seguito all'inchiesta coordinata dai procuratori aggiungi della Direzione distrettuale antimafia di Roma Michele Prestipino e Ilaria Calò con i pm Giovanni Musarò ed Erminio Amelio. Bennato, che risulta stabilmente inserito nel contesto criminale attivo nella zona di Casalotti e Boccea, è accusato, insieme con Elias Mancinelli di essere il ’proprietariò di 107 chili di cocaina che era stata sottratta a Gualtiero Giombini (morto a circa due settimane dal pestaggio per cause ancora da chiarire), l’uomo che la custodiva per loro. In seguito al furto della droga, Bennato avrebbe tenuto segregato Giombini per diversi giorni all’interno di una baracca, privato degli abiti nonostante le temperature rigide e di averlo picchiato ripetutamente affinché rivelasse informazioni utili per recuperare la cocaina rubata liberandolo solo dopo aver indicato il nome di Cristian Isopo come uno dei responsabili del furto. Anche Isopo, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato sequestrato per dodici ore all’interno della stessa baracca in cui era segregato Giombini, legato ad una sedia e picchiato ripetutamente fino a quando si è adoperato per restituirgli 77 chili della cocaina sottratta. Un terzo caso di sequestro di persona riguarda invece due donne, compiuto allo scopo di farsi restituire altri 7,7 chili della partita di droga. La Procura di Civitavecchia, competente per territorio, nelle prossime ore chiederà la convalida del fermo. Il nome di Leandro Bennato compare da ultimo nelle carte dell’inchiesta sull’omicidio di Fabrizi Piscitelli, alias ’Diabolik’.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA – Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.
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