CIVITAVECCHIA – «L’inserimento di un bene nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni non comporta automaticamente la sua vendita, né tantomeno la sua cessione a privati. Non c’è nessuna svendita in atto, nessuna proprietà comunale viene meno, nessun passaggio avviene senza atti pubblici, deliberazioni formali e controlli istituzionali». Lo assicurano dal Partito democratico, all’indomani dell’approvazione della contestata delibera di consiglio comunale e dell’attacco della minoranza, in particolare di Massimiliano Grasso e Mirko Mecozzi.

«Il fondo immobiliare in cui il Comune di Civitavecchia detiene oggi il 100% delle quote – e deterrà comunque sempre il controllo pubblico con almeno il 51% – non può disporre di alcun bene senza mandato esplicito dell’Amministrazione. Le scelte rimangono pubbliche, trasparenti, tracciabili - hanno aggiunto i dem - molti dei luoghi oggi al centro del dibattito, come ad esempio la Ficoncella o il Parco Archeologico delle Terme Taurine, sono rimasti uguali a se stessi per decenni, nonostante promesse e buone intenzioni. In questi anni si è parlato molto, ma senza un modello attuativo forte, tutto è rimasto com’era. Non si tratta di sostituire il Comune, ma di affiancarlo con un modello operativo moderno e flessibile. I progetti, le procedure e la ricerca di mercato dell’operatore in grado di garantire il miglior risultato oggi richiedono tempi, energie e professionalità specifiche. Nessun Comune delle nostre dimensioni può affrontare da solo interventi strutturali complessi, soprattutto in una città come Civitavecchia, dove per anni si è rinviato e dove molti beni versano oggi in condizioni straordinarie. L’advisor, la struttura tecnica di supporto del fondo, porta con sé questa capacità operativa progettuale, legale e amministrativa ed è retribuito solo se la valorizzazione produce un risultato concreto, con una percentuale (2%) sul valore ottenuto. Nessun onere anticipato grava sull’Ente. È uno strumento moderno, trasparente e pensato anche dall’Anci: serve ad accompagnare i Comuni nella trasformazione delle idee in realtà, senza cedere la proprietà dei beni e mantenendo sempre il controllo pubblico».

Il Pd ribadisce poi che «ogni eventuale gestione futura dei beni valorizzati, come nel caso della Ficoncella o delle Terme Taurine, potrà avvenire solo tramite procedure pubbliche e su indirizzo dell’Amministrazione, con vincoli precisi su accessibilità, tariffe, manutenzione e qualità del servizio. Il Comune - hanno sottolineato - manterrà pieno potere di indirizzo, controllo e revoca. Nessuna concessione potrà mai snaturare la funzione pubblica dei beni. Serve serietà. Serve verità. Le tifoserie e le strumentalizzazioni appartengono a una stagione politica che si sta lentamente estinguendo. I luoghi pubblici non si difendono con gli slogan, ma con strumenti, competenze e visione. E il nostro dovere - hanno concluso i dem - è garantire un futuro a ciò che oggi è fermo, non proteggerne l’immobilismo in nome di battaglie identitarie».

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