TARQUINIA - È stato presentato mercoledì 10 dicembre a Milano il dossier della candidatura di Tarquinia e della rete dei Comuni della Dmo Etruskey al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028. La conferenza stampa si è svolta nella prestigiosa sede della Fondazione Luigi Rovati, dove è in corso la mostra “I Giochi Olimpici. Una storia lunga tremila anni”, che ospita un capolavoro assoluto dell’arte etrusca: la celebre Tomba delle Olimpiadi, proveniente proprio dal Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia.

La candidatura rappresenta il naturale sviluppo di un percorso condiviso, iniziato nel 2022 e condotto dalla Dmo Etruskey, un ente del Terzo Settore già attivo e operativo, che da oltre tre anni lavora nell’Alto Lazio per la costruzione di una rete territoriale solida, focalizzata sulla valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dalla civiltà etrusca.

Accanto e insieme alla Città di Tarquinia, comune capofila, si candidano i comuni che, appunto come Tarquinia, fanno già parte della rete: Allumiere, Barbarano Romano, Blera, Canale Monterano, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, Tolfa.

Questa candidatura di sistema, che ha nella governance già attiva della Dmo Etruskey il suo vero punto di forza, rappresenta dunque un modello di lavoro collaborativo, multilivello e duraturo, che si propone di trasformare la cultura in motore strutturale di sviluppo sostenibile, coesione sociale e innovazione territoriale. 

Il dossier, intitolato “La cultura è volo”, è il manifesto di una visione che punta in alto: mettere in rete le risorse, costruire alleanze, rafforzare le competenze locali e tracciare un orizzonte condiviso, in cui la cultura sia davvero uno strumento per fare comunità, generare benessere e progettare futuro, come hanno spiegato in apertura della conferenza stampa (moderata dal giornalista Rai Marco Sabene, vicedirettore TG2), Francesco Sposetti, sindaco di Tarquinia e Letizia Casuccio, presidente Dmo Etruskey, intervenuti insieme a Giovanna Fornarelli, presidente della Fondazione Luigi Rovati; Federica Scala, destination manager Dmo Etruskey; Lorenza Fruci, coordinatrice del dossier; Giulio Paolucci, conservatore Fondazione Luigi Rovati.

“Questa candidatura è un atto di visione e di responsabilità – ha sottolineato il sindaco di Tarquinia Francesco Sposetti - Ci presentiamo con un progetto solido, condiviso e capace di mettere a sistema un'eredità millenaria proiettandola nel futuro. È questa alleanza che dà forza alla nostra candidatura e Tarquinia, con l'intera rete dei Comuni della Dmo Etruskey, ha scelto di credere nella cultura come motore di crescita, coesione e innovazione”. "La nostra non è una candidatura improvvisata - prosegue Letizia Casuccio presidente della Dmo Etruskey - ma l'evoluzione coerente di un percorso consolidato sin dal 2022. La Dmo Etruskey è la struttura di governance già operativa che ha coordinato il dossier, e questo è un punto di forza unico. La cultura non è una somma di iniziative, ma una filiera di competenze che dialogano, mirando a trasformare la ricchezza etrusca in un volano di sviluppo sostenibile per l'intero territorio”.

IL DOSSIER

Il titolo “La Cultura è volo” esprime con forza l’idea che la cultura può far volare un territorio. Il “volo” è metafora di slancio, visione, futuro: un movimento verso l’alto che nasce dal radicamento profondo nella Storia e si proietta verso nuove possibilità. Nelle sue 60 pagine il dossier delinea una visione di rivitalizzazione territoriale articolata su quattro direttrici strategiche, in piena sintonia con gli indicatori “Cultura | 2030” dell’Unesco:

1. Cultura come sviluppo sostenibile – promuovere nuove economie legate alla creatività, all’innovazione e alla valorizzazione del patrimonio;

2. Rivitalizzazione, inclusione sociale e contrasto allo spopolamento – investire sulle comunità e sul protagonismo giovanile;

3. Rigenerazione urbana e Blue Economy – connettere cultura, paesaggio e risorse naturali;

4. Educazione al Patrimonio Culturale e il Sapere del Futuro – formare cittadini consapevoli attraverso cultura, scuola e ricerca.

Al centro del dossier c’è il concetto di “Capitale della cultura diffusa”: la candidatura, infatti, intende superare la concentrazione degli eventi in un unico luogo per programmare attività culturali, progetti e opportunità su tutto il territorio, con l’obiettivo di rendere ogni comune protagonista e contemporaneamente parte attiva di un’unica grande “capitale”, contribuendo a valorizzare il patrimonio locale e a creare un tessuto culturale e sociale interconnesso, più forte e inclusivo. Questo approccio non solo rende la cultura più accessibile ai cittadini, ma genera anche un impatto economico e turistico distribuito, stimolando la crescita in modo omogeneo.

IL PROGRAMMA CULTURALE: OCCHI AL CIELO

Le attività e gli eventi si svolgeranno durante tutto l’arco del 2028, da gennaio a dicembre. Il programma culturale di Tarquinia Capitale Italiana della cultura 2028 si svilupperà seguendo 4 cluster tematici che evocano l’interpretazione del volo degli uccelli e il loro movimento: alzando gli occhi al cielo potremmo infatti individuare scene in movimento, trame di sapere, orizzonti che camminano e tradizioni narranti. Per realizzarlo saranno create ad hoc apposite strutture che, inaugurate nel 2028, resteranno attive e a disposizione della comunità anche negli anni a seguire: infopoint fisici e digitali, hub culturali, residenze artistiche e accademie.

Tra i progetti e gli eventi previsti: una grande mostra congiunta su Il Sacro e gli Etruschi, promossa dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact), Villa Giulia, Parco di Vulci, Parco di Veio, Musei Drm Lazio (Tuscania, Canino, Civitavecchia), realizzata in collaborazione con l’Università La Sapienza, l’Università statale di Milano e la Fondazione Luigi Rovati; un omaggio al poeta tarquiniese Vincenzo Cardarelli con un Progetto diffuso che coinvolge giovani poeti e scuole con la direzione artistica di Davide Rondoni; uno spettacolo teatrale a puntate diffuso sul territorio con la regia di Beppe Navello dedicato all’ultimo viaggio di Caravaggio che lo vide sbarcare nel 1610 a Palo Laziale, località di Ladispoli; un contest e elevator pitch per sceneggiatori per scrivere “Etruschi. La serie tv”, un soggetto per una serie Tv sulla storia degli Etruschi; il grande evento internazionale Carciofo in Festa, dedicato alla promozione del carciofo romanesco, prodotto tipico del territorio, che coinvolgerà chef da tutto il mondo.

Per valorizzare il patrimonio immateriale saranno organizzati il “Poesia day” e il “Catana Day” per valorizzare l’artigianato locale della lavorazione del cuoio. Tra i festival si segnalano: Etruscan Places. Festival della Letteratura di Viaggio, curato dell’Associazione Cultura del Viaggio, in occasione della ricorrenza nel 2027 dei cento anni dal viaggio che lo scrittore britannico David Herbert Lawrence intraprese nei luoghi etruschi e che raccontò nel famoso libro Luoghi etruschi; UlisseFest, il festival del viaggio di Lonely Planet organizzato dalla casa editrice Edt; Tolfa Arte il famoso festival dedicato alle arti di strada diffuso sul territorio per la prima volta. Sono previsti importanti incontri di formazione e di divulgazioni sul patrimonio culturale e archeologico, naturale e ambientale, promossi dall’Università degli studi La Sapienza Roma, Università degli Studi Roma Tre, Baylor University del Texas, Capitaneria di Porto di Civitavecchia, Iberdrola.

Tra le esperienze outdoor in cui gli spazi naturali si trasformano in luoghi culturali: il Cammino degli Etruschi, progettato da Alberto Renzi e la Dmo Etruskey, un nuovo itinerario escursionistico e cicloturistico permanente di 154 km suddivisi in 7 tappe, che unisce Cerveteri a Vulci, passando per Tarquinia e attraversando siti Unesco, borghi e paesaggi unici dell’Etruria Meridionale, valorizzando l’intero territorio, e la Lazio Blue Route, un itinerario di turismo lento permanente di circa 200 km in 10 tappe, da Montalto di Castro fino al centro di Roma che consente di scoprire il litorale laziale a piedi e in bicicletta in tutte le stagioni dell’anno.

Importanti collaborazioni con Open Fibra, Anica Academy, MUNAF Museo Nazionale di Fotografia, Lazio Film Commission, Atcl, Comicon, Fai, Tools for Culture, Maker Camp, Cna, Associazione Italiana Città della Ceramica, Società Tarquiniense d’Arte e Storia e altre numerose associazioni nazionali e del territorio, Fondazione Bellonci. Il monitoraggio e la valutazione del progetto saranno affidati a Federculture.

I TESTIMONIAL DI “TARQUINIA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2028” 

La candidatura é sostenuta anche da personaggi noti che da tempo hanno scelto di trasferirsi nel territorio o che qui sono nati e cresciuti e che, con amore, hanno accettato di esserne testimonial. Si tratta del celebre regista e sceneggiatore Marco Bellocchio; del critico e produttore cinematografico Marco Müller; della pluripremiata montatrice cinematografica Francesca Calvelli; dei campioni di surf Marta Begalli e Leonardo Fioravanti.

I PROSSIMI PASSI 

Il dossier è stato presentato in tutti i Comuni coinvolti in un “tour” che si chiuderà il 12 dicembre proprio a Tarquinia con la conferenza stampa presso la Sala Consiliare del Comune. La procedura di selezione culminerà il prossimo 18 dicembre con l'individuazione dei progetti finalisti. Nel mese di marzo i Comuni ammessi presenteranno pubblicamente il proprio progetto davanti alla giuria presso una sede ministeriale e a seguire sarà proclamata ufficialmente la città vincitrice del titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2028”.

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