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“Arsenico nelle acque ad uso potabile: quando a preoccupare sono le esposizione croniche a dosi entro e al di sotto del parametro di legge”.
Nel pomeriggio di martedì, presso la sede dell’ordine dei medici di Viterbo, si è tenuto un convegno dedicato a rendere noto, scientificamente, gli effetti sulla salute dell’esposizione cronica a valori di arsenico nell’acqua a valori entro e al di sotto dei parametri consentiti dalle norme.
Hanno partecipato il prefetto di Viterbo Gennaro Capo, che ha portato i suoi saluti e introdotto il tema dell’incontro; il presidente dell’Ordine dei Medici, Antonio Maria Lanzetti, che ha introdotto la conferenza e gli autori dello studio scientifico: la dottoressa Antonella Litta, il dottor Giovanni Ghirga e il dottor Mauro Mocci del Coordinamento dell’Alto Lazio di Isde – Associazione medici per l’Ambiente (International Society of Doctors for the Environment – Italia); presente inoltre il dottor Rocco Santarone, vicepresidente della sezione Isde – Roma. Per la Asl di Viterbo era inoltre presente la dottoressa Cristina Neri e per il Comune di Viterbo l’assessora Elena Angiani.
Nel corso del convegno gli esperti hanno relazionato sugli studi scientifici che confermano i rischi per l’esposizione all’arsenico presente nell’acqua anche nei valori di legge per periodi prolungati e parlato delle nuove tecnologie, alcune già in uso in Europa e negli Stati Uniti, tali da ridurre a valori prossimi allo zero il quantitativo di arsenico.
Tra queste strumentazioni di ultima generazione ci sono membrane di origine organica molto efficaci, meno costose e non inquinanti per il filtraggio e la depurazione delle acque.
L’approfondimento del tema degli effetti dell’arsenico nell’acqua e nuove ipotesi per arginare il fenomeno deriva dalla persistente situazione sanitaria nella Tuscia, che è la provincia del centro Italia con il maggiore numero di decessi per malattie oncologiche. L’arsenico è un cancerogeno certo che si correla con il tumore al polmone, alla vescica, rene e cute, ma viene anche associato al tumore del pancreas e dell’intestino.
Inoltre l’esposizione cronica all’arsenico è associata a un ampio spettro di patologie anche non neoplastiche: malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus cerebri, coronaropatie e ipertensione arteriosa); patologie neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee (iperpigmentazione, ipopigmentazione, cheratosi, melanosi); disturbi respiratori e patologie della sfera riproduttiva.
È stato rappresentato che l’esposizione cronica a quantità minimali di arsenico può indurre stress genomico persistente e flogosi cronica, con attivazione di specifiche vie cellulari “pathways” che favoriscono la trasformazione neoplastica.