Viterbo pattumiera del Lazio, potrebbe essere la volta buona per vedere apposta la parola fine al traffico di rifiuti provenienti dalle altre province.

Il presidente della Regione Francesco Rocca sembra fermamente intenzionato a troncare il circolo vizioso che, soprattutto negli anni zingarettiani, ha messo sotto scacco Viterbo e la sua discarica, meta pressoché esclusiva dell’immondizia di tutto il resto del Lazio.

Un sito, quello di Monterazzano - rimasto l’unico ancora attivo sull’intero territorio regionale - che per far fronte alle necessità altrui è stato oggetto di diversi ampliamenti, l’ultimo dei quali autorizzato pochi mesi fa per una capienza di ulteriori 600mila tonnellate.

E mentre in un decennio si è continuato a fare il gioco delle tre carte, che finiva immancabilmente con un’ordinanza regionale che obbligava Viterbo ad “aiutare” le altre province laziali, ora la Pisana governata da Rocca va nella direzione che si sarebbe dovuta intraprendere diversi anni fa.

A margine della visita alla cartiera Reno De Medici a Villa Santa Lucia, in provincia di Frosinone, Rocca ha dichiarato in maniera categorica che «è ingiusto che tutti i rifiuti vengano conferiti nel capoluogo della Tuscia».

Con un messaggio netto rivolto a Latina, Roma, Frosinone e Rieti che «devono avere i loro siti senza conferire altrove. Questo per me non è un aspetto negoziabile. In un dialogo sereno, trasparente e rispettoso dell'ambiente dobbiamo individuare i siti più adatti, ma il “non nel mio giardino” con me non passa».

E a dare maggiore forza al messaggio, l'ultimatum del presidente sulle tempistiche: «Voglio avere sul mio tavolo i siti di discarica delle province di Roma, Latina, Frosinone e Rieti prima dell’estate. Sennò decide la Regione. Non intendo lasciare il disastro che ho trovato. In dieci anni la precedente amministrazione non ha trovato una soluzione e si è fatta commissariare per dare una risposta. Io non mi farò umiliare, perché aprire i siti è un tema di dignità di questa Regione».

Il governatore del Lazio ha quindi rimarcato come il fatto che tutta la regione conferisca i propri rifiuti nella discarica di Viterbo «non è giusto per i cittadini viterbesi» annotando inoltre che «continuando così la capienza del sito si assottiglia e quella provincia sarebbe costretta a cercare altri siti».

Un timore fortemente condiviso dal territorio, e soprattutto dai cittadini, che invece di essere premiati come provincia virtuosa vedrebbero aggiungersi al danno anche la beffa di dover trasferire altrove i propri rifiuti con un conseguente maggiore esborso.

Intanto a Viterbo sul fronte rifiuti, per quanto riguarda la gestione del servizio di raccolta, si va all’ennesima proroga dell’appalto ponte. La sesta, dal 2018, che si “rinnova” di sei mesi in sei mesi, alle scadenze di marzo e di settembre. A colpi di circa un milione al mese, per una spesa complessiva di oltre 6 milioni di euro. In attesa della pubblicazione del bando per l’appalto pluriennale, che al momento ancora non c’è. Anche se di fatto ormai l’affidamento diretto con l’appalto ponte ha raggiunto quella che sarebbe stata la durata stabilita per il pluriennale.