«Il Medioevo è il passato nobile della città ma è anche la scommessa che possa diventare il futuro su cui costruire la candidatura a capitale europea della Cultura».

In apertura della VI edizione del Festival dei Luoghi medievali, che Viterbo ospita per la terza volta, l’assessore a Sviluppo economico locale e Turismo Silvio Franco ha posto l’accento sull’importanza della Rete delle città medievali italiane, di cui Viterbo è capofila, e del protocollo d’intesa sottoscritto il 12 marzo tra la Rete ed Enit «con cui si è compiuto un salto di qualità vista la risonanza mediatica a livello nazionale ottenuta dall’accordo».

La Rete, di cui fanno parte 31 Comuni - prima dell’intesa erano 28 - in 10 regioni, «offre la possibilità a tante città di mettere in risalto le loro peculiarità, una visibilità che da sole non riuscirebbero ad avere» ha sottolineato Franco. Nel suo saluto ai sindaci delle altre città medievali che stanno partecipando al Festival, la prima cittadina Chiara Frontini oltre a sottolineare «l’onore di tornare a ospitare l’evento» ha dichiarato che per quanto riguarda la Rete «si tratta di un percorso ancora tutto da esplorare. Si sta profilando un’ulteriore opportunità di crescita e di valorizzazione del Medioevo come base su cui fondare la candidatura di Viterbo a capitale europea della Cultura». Ha quindi ringraziato in particolare la città di Pistoia e Renato Chiti, destination manager di Medieval Italy, per la felice intuizione del Festival da cui ha preso corpo poi l'idea della Rete delle città medievali.

Daniele Sabatini, consigliere regionale e membro della commissione Giubileo 2025, ha ringraziato il Comune per «dare continuità al progetto messo in campo dall’ex assessore Marco De Carolis» rimarcando poi la nuova visione di turismo promossa da Enit nelle fiere nazionali e internazionali. «Non solo attenzione ai luoghi ma anche alla promozione di eventi e rievocazioni storiche che sono valori identitari». Per Sabatini «Medioevo è la parola magica, il limite è che finora non siamo mai riusciti a tradurre in turismo». E una foto dello stato dell’arte del turismo in Italia è stata fornita da Sandro Pappalardo, consigliere Enit. «Il turismo gode di ottima salute e dopo la buona chiusura del 2023, quest’anno si preannuncia altamente positivo». Soffermandosi poi sulla Rete delle città medievali ha dichiarato che «a breve inizieremo la fase 2 del progetto, che deve avere durata superiore ai due e non si deve fermare a 31 Comuni, occorre strutturarci per raggiungere l’obiettivo di 50 Comuni».

L’appello ai sindaci è quindi «continuare a fare rete. Il turismo è un settore molto trasversale, anche in termini di professionalità e attività, e solo se pubblico e privato, se Regione e governo si siedono allo stesso tavolo possiamo sviluppare e incrementare le giuste strategie».

Il Festival è poi entrato nel vivo dei lavori con gli interventi di Francesco Aliperti, cofondatore di Archeoares, e di Renato Chiti di Medieval Italy che ha illustrato il progetto di Rete e il modello di turismo storico e rievocativo. La giornata articolata in due fasi è proseguita nel pomeriggio, sempre in sala Regia, con l’assemblea dei Comuni aderenti alla Rete che sono, oltre a Viterbo capofila: Pistoia, Prato, Fucecchio, Calenzano, Volterra, Incisa Scapaccino, Ariano Irpino, Fermo, Monteriggioni, Serravalle Pistoiese, San Gimignano, Sutri, Civita di Bagnoregio, Cairo Montenotte, Anagni, Boville Ernica, Stroncone, Vitorchiano, Tarquinia, Mandas, San Gemini, Narni, Bevagna, Perugia, Santa Fiora, Scurcola Marsicana e Pandino.