«Non si può tornare indietro di 40 anni a quando non c’era la linea direttissima». È l’accorato appello di Emma Mauri, presidente del comitato pendolari di Orte. «Il tempo è nostro nemico, solo voi che ci rappresentate potete fare qualcosa» dichiara rivolgendosi agli esponenti delle istituzioni presenti: la sindaca di Viterbo Chiara Frontini - che ha convocato il consiglio straordinario aperto tenuto ieri -, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il consigliere regionale Giulio Zelli e Raffaello Federighi, in rappresentanza del sindaco e presidente della Provincia di Terni Bandecchi. «Dicembre è dietro l’angolo, cambieranno gli orari e, se non arriva la deroga richiesta per un anno, i treni della tratta Orte Roma finiranno sulla linea lenta, con un ulteriore peggioramento delle condizioni di viaggio, soprattutto in termini di durata di percorrenza, per pendolari, lavoratori e studenti» rimarca, esortando le istituzioni di Lazio, Toscana e Umbria a mobilitarsi in massa «perché siamo tutti collegati dalla stessa problematica». A fare gli onori di casa, l’inquilina di Palazzo dei Priori Chiara Frontini. «Ci portiamo dietro un carico di isolamento da decenni. Questa seduta straordinaria, che segue quella dei giorni scorsi in Provincia, si è resa necessaria per evitare che, seppure a fronte della scarsa efficienza di un servizio già disagevole, la situazione non peggiori». L’auspicio della prima cittadina è che «questi consigli straordinari servano anche a innestare una discussione pubblica su una problematica poco presente nel dibattito collettivo. Non si può disinvestire ancora sul diritto alla mobilita. Oggi i problemi dei cantieri, nonostante il periodo poco opportuno del Giubileo, sono temporanei ma con la direttiva dell’Autorità regolazione trasporti (Art) si rischiano possibili problemi strutturali che andrebbero a impattare sul territorio in termini di depauperamento sociale ed economico. Dobbiamo gridare il disagio della comunità nei palazzi che contano» esorta la sindaca. A rappresentare la Regione il consigliere regionale Giulio Zelli, il quale evidenzia come l’assise straordinaria «è anche occasione per fare chiarezza sulla situazione, ed evitare strumentalizzazioni». «La Regione, con una lettera dell’assessore competente Ghera indirizzata al ministero dei Trasporti, all’Art e a Trenitalia, ha preso posizione ufficialmente, chiedendo il mantenimento degli attuali livelli di servizio e delle tracce orarie per i treni regionali sulla linea direttissima e la sospensione immediata dell’applicazione della delibera Art» dichiara Zelli aggiungendo: «Siamo disposti a promuovere queste istanze in ogni sede politica e se necessario legale al fine di difendere i diritti dei pendolari». Poi sottolinea come «l’amministrazione Rocca sin dall’insediamento ha cercato di investire sul settore ferroviario, prevedendo il potenziamento della flotta di mezzi e l’acquisto di treni di nuova generazione, che viaggiano a 200 km orari, limite fissato dalla delibera per transitare sulla Direttissima. Treni che però non arriveranno prima del 2026-27. E se non la deroga di un anno non fosse accolta, si rischia di vanificare, nell’immediato, gli investimenti pensati per il futuro». Al momento, l’unico treno che sta viaggiando sulla linea direttissima e ferma ad Orte è il 4106, il Roma-Firenze delle 17.20. Tutti gli altri sono stati dirottati sulla linea lenta. «Abbiamo provveduto ad agganciare al convoglio due ulteriori carrozze, ma sappiamo che questo è soltanto un palliativo» annota Zelli. L’ultima sottolineatura la fa in qualità anche di presidente della commissione Ambiente della Regione. «Gli effetti di questa delibera sono in palese contrasto con la programmazione della nostra amministrazione che, anche sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale, punta a incrementare il trasporto pubblico e a disincentivare quello privato». Il presidente della Provincia Romoli, dopo aver ricordato il documento deliberato all’unanimità dal consiglio provinciale di giovedì scorso in cui «sono stati innanzitutto sottolineati i disagi quotidiani vissuti da pendolari, lavoratori e studenti», è tornato a ribadire l’importanza dei tempi di percorrenza che, se non sostenibili, «fanno diminuire l’appeal del nostro territorio con rischio impoverimento sia sociale, in termini di spopolamento, che economico» e la richiesta di un tavolo interregionale - Lazio, Umbria e Toscana - sui trasporti. «Non possiamo permettere che, assoggettata a logiche altre, la provincia di Viterbo venga di nuovo relegata ai margini» chiosa duro Romoli, auspicando si possa arrivare a un ripensamento. Raffaello Federighi, in qualità di rappresentante di Comune e Provincia di Terni, dichiarando di condividere la preoccupazione della sindaca Frontini, afferma che «è fondamentale la collaborazione sulla questione del pendolarismo tra istituzioni, soprattutto se limitrofe, per migliorare la vita dei cittadini tramite il miglioramento delle infrastrutture, che sono la spina dorsale del Paese». E ribadendo la condivisione «con Viterbo delle stesse preoccupazioni e degli stessi obiettivi» propone di istituire un tavolo «che comprenda tutti i rappresentanti delle varie istituzioni con competenza sulla materia tra il Lazio e l’Umbria» per portare avanti una vertenza condivisa.