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Una giornata indimenticabile. Era il 5 agosto di un anno fa ed una ragazza, al tempo neanche maggiorenne, decise fortemente e follemente di entrare nella storia della ginnastica artistica italiana e internazionale. In tutto questo sicuramente anche nella storia dello sport civitavecchiese, ma potremmo anche passarci sopra. Manila Esposito vinse il bronzo alla trave alle Olimpiadi di Parigi ed oggi è passato un anno preciso da quel trionfo. E la mente torna immediatamente a quel giorno. Sono trascorse da poco le 14, in Italia le temperature non sono minimamente vicine alla frescura e solo un condizionatore può permettere di seguire in tranquillità l’evento dalla diretta televisiva della Rai.
Ci si attende un risultato quantomeno onorevole, con la speranza che qualche aiuto dalle avversarie e che magari tutto si possa chiudere in tempo per le 15.10 per il primo scatto al centro di Italia-Grecia di pallanuoto con Marco Del Lungo in acqua. Questo a far trasparire che la medaglia olimpica è un sogno, un’aspirazione, più che una possibilità reale, visto il parterre agguerrito in pedana. Ma i primi esercizi fanno calamitare l’attenzione, tutte e tre le ginnaste salite sull’attrezzo cadono e vengono penalizzate.
Si intuisce subito che chi riuscirà a rimanere in piedi avrà qualche chance in più di successo. La quarta ginnasta è Queen Manila: l’esibizione è da far strabiliare gli occhi, ogni minima imperfezione viene subito annullata dalla leggiadria e dall’eleganza di chi sulla trave ci sta bene come se fosse spaparanzata sul divano (la frase originale è di Camilla Ugolini). Di ginnaste che devono salire ce ne sono altre quattro. Anche la rumena Maneca cade e lo fa per due volte.
Quindi tocca ad Alice D’Amato, che fa una prova meravigliosa, qualcosa inizia a pensare all’oro per lei, ma dimentica che ci sono ancora Simone Biles e Rebeca Andrade. L’americana, personaggio iconico della ginnastica artistica e dello sport Usa, sembra destinata ad un successo senza troppi problemi. Ma cade anche lei e finisce dietro Esposito. Quindi la brasiliana, che fa un buon esercizio e tallona pericolosamente la civitavecchiese.
La tensione comincia a farsi veramente forte, Esposito più volte sente caldo e cerca riparo scuotendo le mani. L’ultimo esercizio è decisivo: o si è dentro o si è fuori dal podio. Alla fine il responso: Alice D’Amato è la campionessa olimpica e Manila Esposito sale sul podio. L’euforia inizia subito a farsi incontenibile, in tribuna i genitori impazziscono e le immagini della festa diventano immediatamente virali, così come i video dell’esibizione e del verdetto, con i social network dei civitavecchiesi che diventano un monologo, perché in tantissimi condividono e pubblicano post inerenti Esposito.
Sul podio un’altra immagine che diventa virale, quella dove Esposito e D’Amato addentano la medaglia e vengono prese d’ispirazione per la timida cinese Zhou, che si trova tra le italiane, avendo vinto l’argento, anche lei perde per un anno la compostezza tipica del suo Paese. Il resto ce lo ricordiamo bene, con tantissimi personaggi del mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo che hanno incensato Esposito e la ginnastica artistica italiana, che ha raggiunto risultati che non si sono mai visti nella storia recente del movimento.
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