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Ieri la comunità di Allumiere si è stretta in un unico, grande abbraccio per celebrare il compleanno di un uomo che ha scritto pagine indelebili di storia calcistica: Franco Superchi. Portiere leggendario, campione umile e generoso, orgoglio di Allumiere e patrimonio dello sport italiano, Superchi è molto più di un ex calciatore. È un simbolo, un esempio, un nome che ancora oggi fa brillare gli occhi dei tifosi e scalda i cuori di intere generazioni di appassionati.
Nel giorno della sua festa gli sono arrivati gli auguri dai suoi concittadini, dagli sportivi di tutta Italia, dai tifosi della Fiorentina a quelli della Roma, dai giovani che scoprono le sue imprese, ma anche dalle vecchie guardie che hanno avuto la fortuna di vederlo volare tra i pali. Nato e cresciuto nella splendida Allumiere, incastonata tra boschi e faggeti, Franco Superchi ha sempre portato con sé l’amore per la sua terra. Qui sono nati i suoi sogni e qui, da ragazzo, iniziò a inseguire un pallone con il cuore leggero e il coraggio di chi non conosce limiti. La sua avventura nel calcio professionistico inizia nel 1963 con la Tevere Roma in Serie C, ma è solo l’inizio di una carriera straordinaria.
Calcisticamente cresciuto nel vivaio del Bettini Quadraro, una delle storiche scuole di calcio romane, Franco si forma in un ambiente che ha sfornato talenti come Rocca e Graziani. Nel 1965 approda alla Fiorentina: sarà l’inizio di una storia d’amore lunga, intensa e ricca di emozioni. All’inizio, nella stagione 1967-68, Superchi è la riserva di Enrico Albertosi, ma il destino lo attende dietro l’angolo. Già dall’anno successivo, 1968-69, Franco diventa titolare fisso tra i pali dei viola e sarà uno dei protagonisti assoluti di uno dei capitoli più belli della storia della Fiorentina: la conquista del secondo scudetto.
Le sue acrobazie spettacolari, la potenza fisica, il coraggio e la capacità di volare da un palo all’altro ne fanno un idolo dei tifosi. Ogni parata, ogni tuffo, ogni intervento di Franco raccontava un pezzo di quell’impresa straordinaria che resterà per sempre scolpita nella memoria del calcio italiano. Dopo la lunga parentesi fiorentina, nel 1976 Superchi passa al Verona, dove gioca fino al 1980, confermando di essere non solo un portiere reattivo e spettacolare, ma anche un uomo di esperienza e senso della posizione. Nel 1980 approda alla Roma di Dino Viola e Nils Liedholm, entrando nello staff tecnico come vice di Franco Tancredi.
Nonostante il nuovo ruolo, Superchi non smette mai di essere determinante, diventando guida, consigliere e sostegno per i compagni di squadra. E il calcio, a volte, sa essere romantico. Nel 1983, a 39 anni, Franco gioca i suoi ultimi 34 minuti in Serie A nella storica Roma-Torino 3-1, l’ultima partita della stagione della Roma campione d’Italia. Un finale degno di una carriera straordinaria, un regalo meritato per un uomo che aveva dato tutto al calcio. In carriera, Franco Superchi ha collezionato 318 presenze in Serie A, rimanendo nel cuore dei tifosi non solo per i suoi successi, ma per il suo carattere schietto e generoso. La sua prima figurina Panini, stagione 1967-68, lo ritrae con la maglia grigia e il giglio della Fiorentina: un’icona per intere generazioni.
Oggi, quando il suo nome viene pronunciato, gli occhi dei tifosi viola si illuminano e l’applauso parte spontaneo. Perché Franco non è stato solo un portiere eccezionale, ma un uomo che ha sempre incarnato i valori più puri dello sport: umiltà, dedizione e amore per la maglia. Nel giorno del suo compleanno, ad Allumiere c’è un filo invisibile che unisce tutti: i ricordi dei ragazzi che sognavano come lui, l’orgoglio di chi lo ha visto crescere, l’affetto dei tanti che lo considerano un ambasciatore del paese nel mondo del calcio.
Gli auguri arrivano da ogni parte: dai tifosi della Fiorentina, che non lo hanno mai dimenticato, dagli sportivi italiani che lo considerano uno dei più grandi portieri degli anni Sessanta e Settanta, e soprattutto dalla sua gente, che lo abbraccia con l’affetto di sempre. Buon compleanno, Franco. Allumiere ti festeggia, il calcio ti ricorda, i tuoi tifosi ti applaudono. E la tua storia, scolpita tra i pali e nelle emozioni di milioni di appassionati, non smetterà mai di vivere.
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