CIVITAVECCHIA – L'avvio del cantiere per il restyling della stazione ferroviaria di Civitavecchia, sancito dal sopralluogo di lunedì, accende la polemica. L'evento con cui ieri è stato, di fatto, inaugurato il cantiere segna l’inizio di un intervento da circa 25 milioni di euro che promette di cambiare volto a uno scalo ormai al limite della fatiscenza: sala d’attesa raddoppiata, servizi ampliati, sottopassi riqualificati, nuovi ascensori, pensiline restaurate e recupero della storica Fontana del capitello.

Sul piano politico, però, il progetto – e tutte le ramificazioni collegate - resta un terreno delicato. Il sindaco Marco Piendibene rivendica il lavoro fatto sulla variante urbanistica e sull'aggiornamento dell'accordo procedimentale tra Comune e Rfi e sui dubbi sollevati risponde: «Parliamo della variante 29, quando parlavo di 25 anni di attesa intendevo dire 25 anni rispetto all'ultimo intervento fatto su questa stazione. La variante 29, in effetti, è dall'inizio di questo secolo che è vigente, poi ci sono state delle difficoltà per applicarla, perché alcuni locali che era previsto che non venissero utilizzati da parte di Rfi, poi invece sono stati necessari». Da qui il nuovo confronto con Rfi: «Per trovare un accordo ci siamo seduti dall'inizio di questa consigliatura, da quando siamo stati eletti, perché pensavamo che non fosse possibile che Civitavecchia non avesse una ristrutturazione della stazione, un progetto che finalmente dà a Civitavecchia una stazione che aspettavamo, appunto, da 25 anni».

Di tutt’altro avviso l’ex assessore all’Urbanistica Dimitri Vitali, che parla di partita ancora aperta sul fronte degli atti. «Siamo alle solite – tuona -. Ancora un'inaugurazione, le cose partono ma mancano i pezzi di carta. L'ennesima inaugurazione in pompa magna», attacca, ricordando che il piano originario «nasce da un accordo di programma con delle modifiche al piano regolatore con la variante» e prevede una serie di opere su bretelle, sottopassi, parcheggi e aree di scambio. Per Vitali si tratta di «un accordo decaduto per decadenza dei termini» e il nuovo progetto sarebbe «in netto contrasto con l'accordo di programma, per cui non c'è traccia di aggiornamento, e con il piano regolatore».

L’ex assessore sostiene che «va fatta una variante perché il progetto di riqualificazione della stazione è differente da quello precedente» e denuncia «diverse questioni irrisolte», dalla cessione di terreni a Rfi alle autorizzazioni comunali. «Siamo pronti ad una serie di esposti perché l'accordo è scaduto ed è in contrasto con il piano regolatore», avverte, parlando di una «amministrazione nefasta che sta andando avanti con progetti che rischiano di mettere nei guai la città» e del «rischio che si blocchino i lavori» a seguito degli esposti che saranno presentati nelle sedi competenti.

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