CIVITAVECCHIA – «Sta per aggiungersi un altro inaspettato capitolo alla storia senza fine della Pas?». A chiederselo è l’Usb che auspica un incontro urgente con il presidente dell’Adsp per chiarire la questione. 

Già ieri a lanciare l’allarme erano stati Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uiltrasporti che, attraverso una nota congiunta, chiedevano di fare luce sullo stato del rinnovo della concessione della Port Authority Security. «Riteniamo inverosimile – hanno spiegato – che a due mesi dal decreto presidenziale ottenuto dopo vari confronti con le organizzazioni sindacali e verifiche dello stesso Presidente dell’Adsp questo non sia ancora effettivo. Ad oggi sembrerebbe che tale rinnovo per la continuità in-house del servizio di vigilanza Portuale per il triennio (2023/2026), sia ancora fermo sul tavolo per la mancanza delle firme del Responsabile Unico del Procedimento. Tutto ciò desta preoccupazioni agli addetti ai lavori, che faticano a capire tale comportamento. Ciò potrebbe comportare oltre al possibile blocco degli stipendi, che metterebbe a rischio il futuro di 60 lavoratori e delle loro famiglie, anche la tenuta stessa della società». 

A fare eco appunto Usb. «Di fronte a questa incomprensibile situazione non abbiamo alcuna intenzione di rimanere silenti tanto più che, anche questa volta, in gioco non c’è solo il buon senso - hanno sottolineato - ma anche la tranquillità emotiva e professionale di decine di lavoratori e lavoratrici. Per quanto ci riguarda vigileremo come sempre affinché la situazione si sblocchi subito non escludendo inoltre di mettere in campo, qualora fosse necessario, tutte le iniziative utili a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici di Pasquella tranquillità e quella sicurezza del posto di lavoro che in molti, per troppo tempo, hanno provato a mettere in discussione».

Anche la politica è scesa in campo a sostegno dei lavoratori. «Eravamo convinti che, anche grazie alla disponibilità e solerzia della presidenza della Autorità di Sistema Portuale, la questione, in un confronto serrato e costruttivo con le rappresentanze sindacali, si fosse positivamente risolta – hanno evidenziato dal Pd – apprendiamo, con rammarico, invece, che i lavoratori e le loro famiglie sono ancora in apprensione per le loro retribuzioni, per il loro futuro e per quello dell’intera società di servizi. La questione, per ragioni che sarebbe utile apprendere compiutamente, sembra sospesa in aria per ragioni che non attengono a scelte strategiche o di prospettiva ma a competenze e funzioni di natura amministrativa. Siamo oggi, come eravamo ieri e saremo domani, al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie, a cui esprimiamo la nostra sincera solidarietà. Non è tollerabile, che dentro le case di chi quotidianamente presta un onesto servizio per la collettività, entri, per di più per motivi incomprensibili, l’incertezza e un senso di precarietà per la conduzione della propria vita. Chiediamo con forza che si intervenga per dare seguito in tempi rapidi alle scelte già responsabilmente assunte dalla Presidenza dell’Adsp. Si tratta di dare quelle risposte che i lavoratori attendono e di confermare, con azioni concrete, il rispetto che è dovuto loro».

Sulla stessa linea Unione popolare che si dice preoccupata del grido d’allarme lanciato ieri dai sindacati. «Cosa manca affinché il decreto 330 del 30 dicembre 2023 con il quale il presidente Musolino ha rinnovato l’affidamento in house dei servizi di sicurezza sussidiaria nei porti di Civitavecchia e Gaeta venga definitivamente formalizzato? – chiedono – sembrava fatta e invece, come un fulmine a ciel sereno, l’ingarbugliata vicenda legata alla Port Authority Security torna a far parlare sé e a mettere in apprensione decine di lavoratori e lavoratrici. Non sappiamo effettivamente cosa stia bloccando questo procedimento, ma ci auguriamo davvero che dietro a questi imbarazzanti ritardi non ci siano né scontri interni all’AdSP né ingerenze da parte di ambienti vicini a qualche istituto di vigilanza privato. Di fronte a questa situazione di una cosa siamo certi e la vogliamo ribadire senza troppi giri di parole: quella della Pas è una gestione sana e che da anni fa utili senza riprodurre quei vergognosi meccanismi di sfruttamento con i quali gli istituti privati vincono gare e si accreditano al cospetto dei committenti. Quindi, qualora ci fosse qualche responsabile del procedimento che non ha ancora adempiuto al proprio incarico e non si è ancora preoccupato di firmare il decreto, motivi la sua condotta o proceda velocemente a chiudere questa imbarazzante vicenda. Il tempo dei giochetti sulla pelle dei lavoratori di Pas – hanno concluso - è scaduto e anche per questo continuare a generare ansia in decine di famiglie civitavecchiesi è francamente inaccettabile».

Il capogruppo del M5S Enzo D’Antò, ricordando come il movimento si sia già speso a favore del mantenimento in house della società, parla oggi di «una grave mancanza di sensibilità verso i lavoratori, che meritano un trattamento migliore. Esprimo la mia più profonda solidarietà – ha spiegato – a queste famiglie, costrette a vivere nell'incertezza a causa di una procedura che sembra essere arenata. Sembra che questo rinnovo stia incontrando ostacoli, mettendo ancora una volta a rischio il futuro di molte famiglie di Civitavecchia. Basta con le parole, servono azioni concrete. È ora che tutti i responsabili di tale procedura intervengano senza indugi per garantire la stabilità lavorativa di questi dipendenti. Non possiamo permettere che la loro serenità venga messa in pericolo a causa di incompetenza o indifferenza. Siamo stanchi ha concluso – di vedere i lavoratori trattati come pedine in un gioco politico. Serve una soluzione immediata».