CIVITAVECCHIA – Si torna a parlare di cantieristica navale e di lusso per l’ex area Privilege Yard.

I preziosi undici ettari nella zona nord del porto sono una risorsa che finora non è riuscita ad essere sfruttata a beneficio dello scalo stesso e dei suoi traffici. Anzi. È rimasta bloccata lì, ferma, un cantiere fantasma che nulla ha prodotto se non fallimenti.

Vuoi per i progetti che si sono rivelati vuoti e senza futuro, vuoi soprattutto per una destinazione d’uso - quella appunto legata alla cantieristica - che non rientra in quell’area da piano regolatore portuale.

D’altronde, già la difficoltà di poter condurre a mare un eventuale megayacht - fino ad oggi mai realizzato in quegli 11 ettari - è stato l’ostacolo messo in evidenza a più riprese nel corso degli anni.

Eppure oggi c’è chi vuole proporre un nuovo progetto di cantieristica navale in questa area.

E non si tratta di una società sconosciuta, ma della Tankoa Yachts guidata e rilanciata da Vincenzo Poerio. Il gruppo, attivo a Genova, già da tempo ha manifestato la propria intenzione di subentrare e far rivivere l’attività, considerato il recente boom di nuovi ordini.

E mercoledì prossimo ha deciso di illustrare il proprio progetto alla città, organizzando un convegno presso l’Hotel de La Ville a cui sono invitate forze sociali, imprenditoriali e politiche.

Lo ha annunciato l’ingegner Bruno Del Pico, professionista il cui nome era già legato proprio alla ex Privilege Yard, per la quale era responsabile del cantiere.

«Siamo fortemente interessati ad acquisire l'area "ex Privilege" ed in vista della prossima decisione che Adsp dovrà prendere - spiega - sulla destinazione d'uso dell'area, cantieristica navale o logistica».

Ma a guardar bene oggi, quell’area sta già rispondendo ad esigenze strettamente legate allo sviluppo del porto: e non sono quelle della cantieristica, ma quelle della logistica.

Le aree sono state messe a disposizione, ad esempio, anche per l’automotive, andando a sopperire alla carenza di spazi per le vetture che arrivano in porto.

E diverse sarebbero le domande da parte di vari operatori per poter utilizzare questi spazi nel cuore dello scalo proprio per attività di logistica industriale. Questo non significa cancellare dal futuro del porto la cantieristica, ma svilupparla in zone già destinate a questo tipo di attività, da piano regolatore portuale. Zone che possano meglio soddisfare questo tipo di attività, in termini di spazi adeguati e posizione più adatta alle esigenze.