ROMA - “Porti di Roma, Capitale del Mediterraneo. Il futuro parte con la Blue Economy”. Non è stato soltanto il tema al centro della tavola rotonda organizzata dall’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale ieri pomeriggio a Roma, presso la Sala Vittoria Colonna, ma l’obiettivo ed il punto centrale dell’azione che si muove mettere in campo - e in parte si è già iniziato a fare - per rilancio e la ripresa non solo del territorio, ma dell’intero sistema Paese. Civitavecchia ha recentemente riconquistato il suo spazio naturale come porto di Roma; un riconoscimento riaffermato dall’Europa che finalmente ha inserito lo scalo nella rete dei porti “core”. Ora bisogna dimostrare sul campo questo cambio di passo. E la determinazione del presidente Pino Musolino, unita al lavoro degli uffici dell’Authority e la sinergia con istituzioni, cluster portuale e realtà territoriali possono oggi fare la differenza, riconquistando terreno. Alla tavola rotonda hanno preso parte, oltre al presidente Musolino, l’assessore a Grandi eventi, Sport e Turismo del Comune di Roma Alessandro Onorato, il presidente Unindustria Angelo Camilli, il vicepresidente Alis Marcello Di Caterina, il presidente di Assoporti Rodolfo Giampieri, il direttore Il Messaggero Massimo Martinelli, Roberto Saliola, presidente Manageritalia Lazio ed il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

«L’inserimento di Civitavecchia tra i porti “Core” è un grande riconoscimento di un lavoro che viene da lontano - ha commentato Musolino - ma anche del ruolo importante che Civitavecchia ha saputo costruirsi in ambito croceristico come primo porto italiano e leader a livello europeo in tale ambito». Un riconoscimento che consentirà all’Authority di accedere ai finanziamenti del Connecting Europe Facility. «Per la prima volta viene riconosciuto ufficialmente il ruolo di Civitavecchia come “Porto della Capitale” - ha aggiunto - con tutto ciò che potrà conseguirne in termini di sviluppo infrastrutturale, di traffici e di occupazione e di positive ricadute anche dal punto di vista dell’immagine istituzionale, potendo iniziare fattivamente a ragionare in un’ottica nuova di rete e di sistema, insieme a Roma». Sfida subito raccolta e rilanciata, ad esempio, dall’assessore Onorato, il quale ha ribadito come il porto di  Civitavecchia «è un asset fondamentale per Roma. Oggi non ci accontentiamo più di un turismo occasionale - ha spiegato - ma dobbiamo lavorare sui servizi adeguati, a partire dalle connessioni rapide. Vogliamo immaginare un turismo sempre meno casuale e sempre più studiato, insieme».



Per Giampieri l’inserimento nella rete Core va a sanare un’ingiustizia. «Porto della Capitale, con questi fondali e con la sua posizione strategica - ha sottolineato - non poteva essere altrimenti. Civitavecchia se l’è guadagnato sul campo: il fatto che entri a pieno titolo nel network internazionale, diventando punto delle strategie europee, è fondamentale». Ma porto della Capitale non significa solo turismo.

«A Civitavecchia con oltre 250 milioni di euro che ci sono stati assegnati tra Pnrr e fondo Infrastrutture - ha aggiunto Musolino
- potremo trasformare profondamente il porto, andando ad incidere positivamente pure sulla città e il territorio circostante. Il 2022 deve essere un anno di ripartenza, di nuove prospettive per il Network. Usciamo dalla pandemia con la consapevolezza di avere comunque dato risposte che sono diventate un modello da seguire a livello internazionale, come è stato per la vaccinazione a bordo dei marittimi e per l’adozione di “best practices”, che nel 2021 pur nella drastica riduzione globale dei numeri in valore assoluto (circa 520.000), hanno consentito al porto di Civitavecchia di essere il primo porto al mondo per numero di croceristi movimentati. Oggi possiamo diventare l’hub di riferimento per il collegamento tra Europa e l’Africa. Le risorse del Recovery potranno essere utilizzate per espandere la banchina a nord per l’area per la croceristica, i traffici commerciali, la pesca e il cabotaggio. A sud, nel porto storico, quella dedicata al turismo e al diportismo, con la creazione di uno dei Marina Yachting più suggestivi ed affascinanti del Mediterraneo. Per affrontare questa sfida e soddisfare i fabbisogni del mercato è necessario il completamento di opere infrastrutturali portuali come la nuova Darsena ’traghettì che consentirà un ulteriore significativo sviluppo delle Autostrade del Mare. Inoltre vanno completati i collegamenti ferroviari e stradali di ultimo e penultimo miglio, per permettere una fluida e agevole connettività del lato terra del porto, in entrata e in uscita. Con la realizzazione di tali interventi infrastrutturali il porto di Civitavecchia potrà assurgere a vero e proprio polo dei segmenti Ro-Ro e Ro-Pax». Un’ipotesi assolutamente fattibile, anche a detta del vicepresidente di Alis
Di Caterina, il quale ha sottolineato l’importanza strategica di Civitavecchia in questo contesto.

«Nella nostra regione - ha aggiunto poi Camilli - la portualità può rappresentare un volano di sviluppo ed occupazione: l’economia del mare è sempre stato per noi un tema fondamentale, rappresentando il 3% del Pil. Nell’ultimo anno, ci sono ste novità importanti per far diventare Civitavecchia un porto attrattivo per il sistema della imprese e per quanto riguardo lo sviluppo del porto da un punto di vista del traffico merci». Soddisfatto al termine dell’incontro il presidente Musolino il quale, dopo la vittoria della sfida sul porto core e quella legata alla zona logistica speciale, ha indicato i prossimi obiettivi che non possono prescindere dal completamento delle infrastrutture: ossia quelli di realizzare nei tempi i progetti finanziati dal Recovery, professionalizzare sempre più i porti del network, portando nuovi investimenti ed imprese innovative.

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