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Impegnare la città di Viterbo all’attuazione di provvedimenti per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Questo l’oggetto della mozione, presentata ieri in consiglio comunale dal gruppo del Pd e illustrata dalla consigliera Alessandra Troncarelli, diventato terreno di scontro tra la maggioranza e i dem. Un ordine del giorno che, oltre a non trovare concordi le altre forze d’opposizione - se non sulle premesse relative al contrasto alle discriminazioni - è stato particolarmente inviso all’assessore e vicesindaco Alfonso Antoniozzi. Su una tematica a lui ben nota e conosciuta che lo tocca in prima persona. Come espressamente sottolineato nelle prime battute del suo intervento: «Chi vi parla è dichiaratamente omosessuale. Ho letto l'ordine del giorno e tutte le cose all’interno di quel manifesto politico. Così come è concepito è culturalmente sbagliato, politicamente miope e simbolicamente pericoloso» è stata la stroncatura netta di Antoniozzi. «Una mozione che ci mette in carico ai Servizi sociali, non siamo una categoria da tutelare e da gestire tramite i servizi sociali. Non ci sto, perché la nostra storia parla di diritti conquistati. Nel momento in cui la mozione ci difende in questo modo, in realtà ci mette in trappola. È la forma più subdola di discriminazione». E con tono fremente di emozione e di indignazione rimarca: «Questa è la prima amministrazione che ha un assessore e un vicesindaco dichiaratamente omosessuale. Un’amministrazione che non ha bisogno di questo ordine del giorno per essere inclusiva. Fin dall’inizio lo abbiamo fatto dando patrocini, spazi e favorendo tutte le iniziative che la città propone sulla tematica, tra cui il Pride». E sulla proposta, inserita nella mozione del Pd, relativamente all’istituzione di un tavolo permanente tra giunta e associazioni da convocare almeno una volta l'anno con relazione annuale per monitorare la situazione, la replica è secca. «Qui si parla di un problema globale. Esiste già un tavolo contro la violenza di genere, perché dobbiamo crearne un altro? Per ghettizzare?». E «se le scuole, che hanno piena autonomia, vogliono presentare progetti per la promozione di una cultura inclusiva troveranno le porte aperte» assicura per poi concludere invitando la maggioranza all’astensione «che è di garanzia e di monito». Ulteriore benzina gettata da Antoniozzi sulle fiamme iniziate già a divampare con l’intervento della capogruppo di maggioranza Melania Perazzini, la quale ha annunciato l’astensione argomentando che «come movimento civico poniamo sempre molta attenzione in tema di diritti delle persone» e anche perché «alcuni aspetti inseriti nella mozione sono già stati affrontati dall’amministrazione in maniera più pragmatica e meno eclatante». Poi l’affondo al Pd: «Ho letto l’ordine del giorno e ho visto il simbolo del partito che fa pensare a una strumentalizzazione, arrivata a ridosso del TusciaPride». Furiosa la replica dai banchi dem con Troncarelli che stigmatizza: «Disgustoso ribaltare le nostre proposte definendole strumentalizzazioni e vergognose le motivazioni addotte dalla maggioranza. L’astensione non è espressione di una posizione politica netta». Per Alvaro Ricci, capogruppo Pd, è stata scritta «una bruttissima pagina politica, con una chiusura netta che arriva proprio da voi che siete dei civici». E sulle accuse di strumentalizzazioni afferma e ammonisce: «Su questo si è aperto un caso politico, con il rischio di creare un solco insormontabile con l’amministrazione». Mozione bocciata con l’astensione della maggioranza e di Chiatti del gruppo misto e il voto contrario di Fratelli d’Italia. No anche da Marini (Fi-Udc-Fondazione) e Bruzziches del gruppo misto, i quali inizialmente orientati a votare a favore dell’ordine del giorno hanno poi cambiato idea alla luce del dibattito sviluppatosi in aula. In apertura dei lavori il parlamentino di Palazzo dei Priori ha osservato un minuto di silenzio, dopo l’omaggio commosso della sindaca Frontini per la scomparsa di Leonardo Cristiani, il 15enne che lunedì ha perso la vita in un tragico incidente stradale su viale Trieste. Nel ricordo della prima cittadina: «Leonardo era uno studente esemplare del liceo Ruffini, il Comune gli aveva concesso una borsa di studio per meriti scolastici, era anche molto attivo nel Comitato centro storico».