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CIVITAVECCHIA – «Da un anno il Ministro Pichetto Fratin continua ad annunciare un presunto decreto per mantenere Torrevaldaliga Nord come riserva strategica. Annunci, parole, promesse… ma di atti ufficiali non c’è traccia. Nel frattempo Enel, senza dire una parola alla città che l’ha ospitata per settant’anni, prosegue spedita verso la chiusura definitiva della centrale: nelle ultime settimane ha svuotato i dome bruciando l’ultimo carbone rimasto. Quello che più indigna, però, è il silenzio assordante dell’azienda oltre che della politica regionale e nazionale a cui purtroppo siamo abituati». È il Movimento cinque stelle a descrivere un quadro preoccupante per il futuro del territorio, a fronte di «nessuna dichiarazione, nessuna assunzione di responsabilità, nessuna parola nei confronti di una comunità che ha pagato un prezzo altissimo in termini sanitari, ambientali ed economici».
Il M5S punta il dito contro Enel, che «non dice cosa intende fare dei 500.000 euro annui destinati all’università, risorse senza le quali una realtà fondamentale per i nostri giovani rischia di crollare. Non dice nulla – hanno aggiunto – su eventuali investimenti per una vera transizione energetica, che potrebbero compensare la perdita di posti di lavoro e creare nuove opportunità. E mentre l’azienda tace, i numeri fanno rumore: i più di 400 dipendenti che un tempo sostenevano il tessuto economico cittadino sono diventati appena 120, e sono già stati programmati i prossimi tagli. Per non parlare dell'indotto al quale oggi non viene presentata alcuna alternativa di riconversione e ricollocazione. La nostra impressione — e quella di tutta la città — è chiara: Enel sta preparando la fuga, lasciando un territorio devastato e disattendendo qualsiasi tipo di impegno. Se questa percezione è sbagliata, l’azienda, o chi per lei, lo dica chiaramente. Se invece è corretta, non ci resta che constatare quanto si sia ormai in ritardo per avviare un sereno processo di riconversione economica e sociale di un intero comprensorio. Ritardo che non può non essere che imputato alla spregiudicatezza di Enel e all'insipienza di una politica regionale presa da dinamiche tutte interne per la sopravvivenza delle 2 correnti e del governo nazionale, ormai concentrato su una pietosa politica estera di sudditanza, dimenticando i gravissimi problemi di casa che riguardano il destino di 52 mila persone». I grillini chiamano in causa quindi anche Governo e Regione, e chiedono con forza «che Enel e i suoi referenti politici si assumano finalmente le proprie responsabilità rispondendo con puntuale ed oggettivo intervento alle preoccupazioni di un territorio su questioni fondamentali come l’università, i lavoratori, l’indotto, e le bonifiche: non si sognassero lor signori – hanno concluso – di scappare lasciando il mostro a marcire sul nostro litorale. Un territorio che per decenni ha dato molto più di quanto abbia ricevuto merita delle risposte. Non accetteremo che Civitavecchia venga abbandonata senza un piano, senza un futuro e senza rispetto».



