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CIVITAVECCHIA – «Dopo mesi di promesse, tavoli tecnici e dichiarazioni altisonanti, siamo di nuovo al punto di partenza: la proroga della centrale a carbone fino al 2038 è un insulto alla città, alla salute pubblica e all’intelligenza collettiva».
È netto il giudizio dei Giovani Democratici di Civitavecchia, che in un comunicato diffuso oggi attaccano senza mezzi termini il Governo e il deputato Alessandro Battilocchio. Secondo i GD, la scelta di prorogare il funzionamento della centrale di Torrevaldaliga Nord rappresenta un «sacrificio di Civitavecchia sull’altare degli interessi industriali e del consenso elettorale».
«Il Governo – scrivono – con il silenzio-assenso di tutte le destre, tenta di replicare in Italia le deroghe concesse a Paesi come la Polonia, ignorando la specificità del nostro territorio e il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano».
Il bersaglio principale è il deputato di Forza Italia, definito «uno dei protagonisti di questo ennesimo schiaffo». «Insieme a Carlo Calenda – accusano i GD – ha firmato un ordine del giorno che chiede di prorogare il carbone fino al 2038. Tradotto: sì all’inquinamento, sì al modello che ci ha lasciato disoccupazione, malattie e abbandono».
Il movimento giovanile evidenzia poi un paradosso temporale: proprio oggi, lunedì 6 agosto, Battilocchio interverrà alla Camera per interrogare il Ministro Urso sullo stato delle proposte per la riconversione post-carbone. «Lo stesso Battilocchio che chiede di tenere accesa la centrale fino al 2038 – scrivono – si atteggia ora a promotore della transizione. Un capovolgimento di posizione degno di un illusionista». Non mancano le critiche anche al fronte giovanile del centrodestra. «E i Giovani Azzurri? Davvero nessuna parola? Si sono confrontati con il loro leader locale o vengono semplicemente usati come volto rassicurante per coprire scelte vecchie e dannose del partito? Stare zitti oggi, su un tema così centrale, significherebbe essere complici».
I Giovani Democratici lamentano anche l’assenza di trasparenza sulla gestione del futuro energetico locale. «Delle 28 manifestazioni d’interesse non si conosce nulla. I progetti alternativi come Enel Logistic sono spariti. E i lavoratori restano abbandonati, senza garanzie».
Il comunicato si chiude con un appello alla mobilitazione: «Questa è una politica fossile, servile verso i poteri forti e disinteressata al futuro del territorio. Noi Giovani Democratici continueremo a denunciare, a mobilitarci, a costruire un’alternativa. La transizione ecologica o è giusta, partecipata e reale, oppure è solo l’ennesima bugia di chi vive lontano dalla realtà».
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