CIVITAVECCHIA – «Le dichiarazioni di Fratelli d’Italia su Ficoncella e Terme Taurine rappresentano una grave mistificazione che va chiarita con fermezza».

Inizia così una nota del Partito democratico di Civitavecchia che interviene all’indomani delle dichiarazioni di Fratelli d’Italia in merito  al futuro di Ficoncella e Terme Taurine.

«Parlare di “svendita del patrimonio” e di “messa sul mercato” di beni storici – continuano i dem – e archeologici è un’accusa infondata. L’inserimento di un bene nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni non equivale alla sua vendita: si tratta di uno strumento programmatorio che consente di individuare beni da valorizzare, non da cedere. Nessuna alienazione è automatica e nessun bene può essere venduto senza uno specifico atto pubblico e deliberato. Nel caso delle Terme Taurine, è bene essere chiari: parliamo di un bene archeologico vincolato, la cui vendita è di fatto esclusa dalla normativa. L’inserimento nel Piano serve esclusivamente a consentire una progettazione strutturata della valorizzazione culturale e turistica, nel pieno rispetto della sua natura pubblica. Lo stesso vale per la Ficoncella: non esiste alcuna ipotesi di privatizzazione. Gli strumenti di valorizzazione previsti dall’ordinamento, come il partenariato pubblico-privato o il project financing, non comportano perdita di proprietà, ma permettono di migliorare servizi e fruibilità mantenendo il controllo pubblico. Fuorviante è anche l’idea che i beni vengano “consegnati a fondi immobiliari e interessi privati”. Il fondo richiamato è a controllo pubblico e non dispone autonomamente di alcun bene: ogni scelta resta in capo al Comune attraverso atti politici trasparenti».

Ma secondo il Pd «il vero nodo politico è un altro. Chi oggi grida allo scandalo è lo stesso che per anni ha lasciato questi luoghi fermi, senza progetti e senza investimenti. Difendere i beni comuni non significa condannarli all’immobilismo, ma assumersi la responsabilità di farli vivere. Se Fratelli d’Italia ritiene davvero che sia in corso una “svendita”, lo dica con precisione: indichi l’atto con cui il Comune venderebbe la Ficoncella o le Terme Taurine, spieghi quale procedura di alienazione sarebbe stata avviata, chiarisca come un bene archeologico vincolato potrebbe essere ceduto a privati. In assenza di risposte puntuali, restano solo accuse gravi e prive di fondamento. Il Partito democratico – concludono – rivendica una linea chiara: i beni pubblici restano pubblici, la loro valorizzazione avviene sotto controllo pubblico e la loro tutela passa dalla responsabilità, non dalla propaganda».

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