Leone XIV è dell’ordine agostiniano e lo ha ribadito fin dal suo saluto ai fedeli dopo l’Habemus Papam.

Anche Viterbo si lega al nuovo pontefice americano per l’ordine di Sant’Agostino: nel 2011, infatti, Robert Francis Prevost, il futuro Cardinale e Papa, venne al santuario della Madonna Liberatrice in qualità di padre generale dell’Ordine di Sant’Agostino.

Ad accoglierlo, in quell’occasione, il parroco Renato Maria Saveri e padre Luigi Rossi, entrambi scomparsi, e una delegazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Tuscia e Sabina.

Lo ha ricordato in un post la Diocesi di Viterbo su facebook e, questo, è l’ennesimo legame tra Viterbo e il Vaticano, stavolta con 14 anni d’anticipo. Tutto ciò lo sa bene il priore degli agostiniani di Viterbo, padre Vito Logoteto. «La foto della sua celebrazione qui nel santuario della Vergine Maria Liberatrice – dice padre Vito Maria Logoteto, priore della comunità agostinina presso la chiesa della Santissima Trinità - risale a una visita del 2011 di Robert Francis Prevost, allora padre generale dell Ordine di S. Agostino, alla comunità agostiniana di Viterbo».

Padre Vito Logoteto ricorda anche che «nel settembre 2015 Robert Francis Prevost, diventato ora Papa Leone XIV, fu nominato da Papa Francesco vescovo di Chiclayo, in Perù, e scelse come proprio motto episcopale la frase ‘In Illo, uno unum’, ossia ‘Nell’unico Cristo, siamo uno’, pronunciata da SantAgostino nel sermone “Esposizione sul Salmo 127”. La frase compare quindi nel suo stemma episcopale e poi in quello cardinalizio. È qui tutta la sintesi della sua esperienza di pastore e missionario. Pace, comunione e unità vera, derivano solo da Cristo. Ringraziamo il Signore per il dono di Papa Leone XIV, figlio di S. Agostino».

Lo stesso motto, poi, è stato trasportato anche nello stemma in qualità di Papa Leone XIV: da qui si capisce il senso di devozione e totale dedizione e rispetto dei principi di Sant’Agostino che il nuovo pontefice ha ereditato nei decenni.

«Nel suo discorso pronunciato dalla loggia delle benedizioni di S. Pietro – conclude il priore agostiniano Logoteto - c’è la sintesi di ciò che porta nel cuore e che ci ha condiviso con amorevolezza. Va davvero letto e meditato approfonditamente. Uomo di Dio, mariano, meravigliosa é stata l’Ave Maria pregata insieme per tutta la Chiesa, pastore missionario, di animo gentile e affabile, attento agli ultimi. Deo gratias per Papa Leone XIV».

Viterbo, quindi, in un modo o nell’altro continua a essere realmente la città dei papi a partire da quelli eletti qui in conclave, la cui origine è proprio viterbese, fino all’appartenenza della Tuscia allo Stato della Chiesa e ai papi venuti nel corso dei secoli, ultimo dei quali Benedetto XVI nel 2009.

Questa appartenenza spinge molti viterbesi a sperare in una visita di Papa Leone XIV in città.