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LADISPOLI - È di nuovo allarme erosione a Torre Flavia. Il maltempo di queste settimane e in particolare le mareggiate che hanno interessato la costa hanno scalzato molto lo zoccolo argilloso presente proprio sotto l'arenile.
Una situazione che non solo rischia di non restituire una bella fetta di spiaggia ai bagnanti questa estate ma che a lungo andare potrebbe andare a intaccare anche il delicato ecosistema della Palude stessa.
A dividere il mare dall'Oasi protetta ci sono solo le dune, minacciate ogni anno in inverno dall'avanzare del mare, con i volontari che più volte a più riprese si sono ritrovati a dover intervenire per impedire all'acqua salata di entrare nei canali di acqua dolce.
E ora, visto l'avvio - a breve - dei cantieri per la realizzazione delle barriere anti erosione lungo tutta la costa ladispolana (si dovrebbe partire già in primavera), la speranza per gli ecologisti è che una parte di questi fondi vengano utilizzati in interventi a protezione di Torre Flavia.
E in realtà dei fondi ci sarebbero. Si tratta di ben 200mila euro che il delegato alle Aree Protette del comune di Ladispoli, Filippo Moretti, aveva ottenuto tramite la partecipazione ad un bando regionale.
Fondi che palazzo Falcone ha messo a disposizione di Città Metropolitana per la realizzazione di opere a protezione di Torre Flavia. «Essendo un'area che ricade su due comuni (Ladispoli e Cerveteri, ndr) - ha spiegato Moretti - deve pensarci Città Metropolitana». E di questo si sarebbe parlato recentemente in un incontro dove il comune ladispolano ha dato disponibilità dei fondi. Ma al momento, a quanto pare, tutto tace. E Torre Flavia attende.
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