TOLFA – Tolfa vive uno degli appuntamenti più sentiti dell’anno: la celebrazione di Sant’Egidio Abate, patrono della città. Da venerdì hanno preso il via i festeggiamenti mondani e domani, in questo anno giubilare, la comunità tolfetana si raccoglierà attorno al proprio Santo, rinnovando un rito che da secoli unisce fede, cultura e tradizione. Alle 19 si terrà la messa solenne nella Chiesa Collegiata di Sant’Egidio Abate, un gioiello architettonico edificato verso la fine del XIV secolo e profondamente legato all’identità tolfetana. La chiesa, elevata a Collegiata nel 1588 da Papa Sisto V, ha attraversato i secoli grazie a numerosi interventi di restauro: nel 1630, sotto la guida dell’architetto fra Michele da Bergamo, furono aggiunte due navate laterali; nel 1728 fu ampliata la sagrestia e, nel 1768, il soffitto ligneo venne sostituito da una volta armoniosa in muratura. L’ultimo importante restauro, nel 1954, ridisegnò gli interni e rivestì la facciata in travertino e mattoni, su progetto dell’architetto Mario Leonardi.Simbolo della Collegiata è il suo Torrione semicircolare, un elemento architettonico che un tempo faceva parte della cinta muraria medievale, oggi custode silenzioso di secoli di devozione.Alle 20 prenderà vita la tradizionale processione che attraverserà le stradine del centro storico, unendo Rioni, gruppi parrocchiali, associazioni locali e autorità civili e religiose. Prezioso il mezzo busto dorato di Sant’Egidio, donato nel XVII secolo dal capitano Carlo Cellio. Le note solenni della Banda Verdi, attiva dal 1866, accompagneranno il cammino dei fedeli tra le vie illuminate e addobbate a festa, fino al ritorno nella Collegiata per la benedizione solenne. Dopo la processione in piazza Giacomo Matteotti l’ innalzamento dei “globi aerostatici” noti come “le pallone de Santeggidio”. Le prime testimonianze storiche risalgono al 1585, quando nei registri comunali venivano annotate le spese per i “palloni di Sant’Egidio”. Si dice che dall’andamento dei palloni si possano trarre auspici per la stagione invernale. Lo storico Ferdinando Bianchi ricorda come il più celebre costruttore di palloni sia stato Giacobbe, simbolo popolare di un’arte che ancora oggi resiste, tramandata di generazione in generazione. La festa proseguirà in piazza con il divertentissimo “Tale e Quale Show” con protagonisti i finalisti del celebre programma di Rai 1: Daniele Si Nasce, Gianfranco Lacchi e Armando Tartaglini. A seguire dal balcone del Palazzo Comunale verranno estratti i numeri della tradizionale “Tómbela”, raccontata anche nei versi dialettali di Ettore Pierrettori. Alle 23.30 sarà la volta dei “mortaletti”, conosciuti come “le foche”, che illumineranno il cielo di Tolfa con uno spettacolo pirotecnico suggestivo e coinvolgente. Non mancheranno spettacoli di folklore, musica e animazione che renderanno la serata indimenticabile. La festa patronale di Sant’Egidio Abate è storicamente legata alla celebre “Corsa dei Cavalli al Fantino”, conosciuta come “Cursa de le Cavalle”, che vanta oltre 200 anni di storia. Già nel 1817 l’archivio comunale documenta corse spettacolari su Viale d’Italia, rendendola una delle più antiche d’Italia. Negli anni, la pista tolfetana ha visto correre grandi fantini che hanno lasciato un segno indelebile nel Palio di Siena, come Aceto, Canapetta, Ciancone e Mario Lucarini, detto “Mario de la Tolfa”. Tra i profumi della festa, quello dei celebri “Biscotte de Santeggidio” – i biscotti di Sant’Egidio – è forse il più evocativo. La ricetta originale prevede uova, zucchero, semi d’anice, lievito di birra o pasta madre, acqua tiepida, farina, marsala, un pizzico di vaniglia o cannella e sale. L’impasto viene lavorato con cura, fino a ottenere dei lunghi filoni lasciati lievitare per circa tre ore, finché non raddoppiano di volume. Dopo una spennellata di tuorlo d’uovo, i filoni vengono cotti al forno: così nasce la “pìccia tolfetana”, una soffice ciambella tradizionalmente servita durante battesimi, comunioni, cresime e matrimoni, spesso accompagnata da una fumante tazza di cioccolata calda. Per ottenere invece le autentiche Biscotte de Santeggidio, la pìccia viene tagliata a fette e tostata nuovamente in forno, diventando croccante e profumata. Sono biscotti che si conservano a lungo e che, da generazioni, accompagnano colazioni e merende. I più golosi li amano spalmati di crema al cioccolato e inzuppati nel latte, nel caffè, nel tè o nelle tisane, per una colazione semplice ma ricca di tradizione. Ancora oggi, nei giorni della festa patronale, le botteghe di Tolfa espongono con orgoglio questi biscotti, veri custodi di un sapere antico che continua a unire fede, gusto e identità.

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