TARQUINIA - Tarquinia ha ufficialmente presentato la propria candidatura a Capitale Italiana della Cultura per il 2028. È stato, infatti, depositato presso il Ministero della Cultura il dossier dal titolo “La cultura è volo. Un territorio che genera futuro. Dall’eredità alla visione”, coordinato e curato da Lorenza Fruci con Sabina Angelucci, Luca Gufi e Federica Scala. «Si tratta di un traguardo importante, raggiunto grazie ad un progetto che intreccia storia, comunità, paesaggio e innovazione e che ha le fondamenta poggiate su una solida ed identitaria eredità lasciata dagli Etruschi - dichiara Francesco Sposetti, sindaco di Tarquinia - Una cultura millenaria che unisce tutte le città del territorio e che vede nel Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact), con le sue Necropoli riconosciute sito Unesco nel 2004, il punto di partenza di un “volo” che speriamo sia lungo e trionfale».

La candidatura di Tarquinia a Capitale Italiana della Cultura 2028 è un'iniziativa di rete che coinvolge 12 Comuni (Allumiere, Barbarano Romano, Blera, Canale Monterano, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, la stessa Tarquinia e Tolfa), associati nella Dmo Etruskey, che mira a trasformare il patrimonio culturale e ambientale dell’Etruria Meridionale in una piattaforma di crescita sostenibile e condivisa, dove comunità, territori e nuove generazioni diventano protagonisti di un futuro innovativo.

«Il progetto - spiega Letizia Casuccio, presidente della Dmo Etruskey - propone un modello di “Capitale della Cultura diffusa”, capace di superare la concentrazione degli eventi in un unico luogo per programmare attività culturali, progetti e opportunità su tutto il territorio, così da trasformarlo in una destinazione culturale di rilievo internazionale a nord di Roma».

Elemento strategico della candidatura è la collaborazione tra pubblico e privato, che rafforza il sistema territoriale attraverso il coinvolgimento di istituzioni, imprese, associazioni e operatori culturali. Questo approccio consente di integrare risorse, competenze e reti, generando nuove forme di partenariato e garantendo la sostenibilità economica e organizzativa delle iniziative. La validità e l'ambizione della candidatura sono sostenute da una solida rete di partner istituzionali, tra cui Mic, Mit e Regione Lazio, che credono in un futuro basato sull'eredità di un passato straordinario.

LA GENESI DEL TITOLO

Il titolo della candidatura, "La cultura è volo", è una metafora evocativa che introduce sia alla profonda visione etrusca sia all'ispirazione letteraria. Gli Etruschi, osservando il volo degli uccelli per trarne auspici, dimostrarono un rapporto sostenibile e armonico con il paesaggio. Il volo ricorda anche i Cavalli Alati, simbolo della città di Tarquinia, esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, gli uccelli in volo dipinti sulle pareti della Tomba della Caccia e della Pesca nella Necropoli dei Monterozzi nel Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact) e la caratteristica avifauna nella Riserva Naturale delle Saline di Tarquinia e in molte altre aree del territorio; ma evoca anche i versi della famosa poesia I gabbiani del poeta tarquiniese Vincenzo Cardarelli, dove il riferimento al “perpetuo volo” è sinonimo di vita infinita e quindi di futuro, il futuro di una comunità che crede nella cultura come volano di crescita di un territorio, un territorio la cui storia è stata segnata dal volo degli uccelli e che nel volo degli uccelli può continuare a interpretare gli auspici del futuro come hanno insegnato gli Etruschi.

I 4 CLUSTER DEL PROGRAMMA

Il programma culturale di Tarquinia Capitale Italiana della Cultura 2028 si svilupperò seguendo 4 cluster tematici che evocano l’interpretazione del volo degli uccelli e il loro movimento: alzando gli occhi al cielo si possono, infatti, individuare scene in movimento, trame di sapere, orizzonti che camminano e tradizioni narranti. Il palinsesto è costruito come una rete di esperienze che valorizzano il patrimonio storico, artistico, naturale e umano del territorio e sono pensate per rispondere alle sfide della contemporaneità, mettendo in connessione passato, presente e futuro, con lo sguardo aperto verso il Mediterraneo e l’Europa. Le iniziative si basano su una visione di rivitalizzazione territoriale, che intende generare un impatto concreto sull’intera area che vada oltre il 2028.

UN PERCORSO PARTECIPATO

Il cammino verso la candidatura è stato un processo collettivo e inclusivo: i cittadini sono stati coinvolti in una serie di incontri pubblici durante i quali hanno potuto proporre idee, proposte concrete, competenze e sensibilità per lo sviluppo culturale e turistico del territorio, attraverso un confronto diretto e la compilazione di un questionario. È stata un’occasione unica per contribuire attivamente alla definizione della visione culturale del territorio e rafforzare la candidatura condivisa a Capitale Italiana della Cultura 2028.

I TESTIMONIAL DI “TARQUINIA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2028”

La candidatura é stata accolta con entusiasmo anche da personaggi noti che da tempo hanno scelto di trasferirsi nel territorio o che qui sono nati e cresciuti e che, con amore, hanno accettato di esserne testimonial. Si tratta del celebre regista e sceneggiatore Marco Bellocchio; del critico e produttore cinematografico Marco Müller; della pluripremiata montatrice cinematografica Francesca Calvelli; dei campioni di surf Marta Begalli e Leonardo Fioravanti.

I PROSSIMI PASSI

Con la presentazione del dossier, si è aperta la seconda fase della procedura di selezione che culminerà il prossimo 18 dicembre, con l'individuazione dei progetti finalisti. A marzo 2026 i Comuni ammessi presenteranno pubblicamente il proprio progetto davanti alla giuria presso una sede ministeriale e a fine mese (il 27 marzo) sarà proclamata ufficialmente la città vincitrice del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028.

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