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Tiene per mano il padre e accompagna il feretro della madre, Nadia Ferrari. Per Marco Mengoni oggi è stato il giorno del saluto alla mamma, una donna descritta durante l’omelia dei funerali che si sono svolti nella cattedrale di Ronciglione, come una donna dolce, mite e generosa. E ieri in tanti si sono stretti intorno alla sua famiglia.
Nadia Ferrari si è spenta domenica all’età di 65 anni dopo aver combattuto con una brutta malattia che non le ha lasciato scampo. Una una figura discreta ma centrale, la sua, non solo nella vita del figlio ma anche del paese dove è nata e ha vissuto.
«Una madre e una moglie esemplare, a partire dal suo essere generosa, che ha affrontato la vita con semplicità e intensità» l’ha ricordata don Silvio Iacomi, parroco di Ronciglione.
«La morte - ha aggiunto Silvio - fa parte della vita, a qualsiasi età. Ma Nadia è viva e vivrà per sempre nel Signore e nel cuore dei tanti che l'hanno amata. Ora è nella luce e ha vinto la sua sofferenza umana e terrena. Questo significa credere e avere fede, e Nadia ha creduto e ha avuto fede fino alla fine. Anche durante gli anni di battaglia contro una malattia che strazia continuamente e non fa vedere mai la fine, ma che lei ha affrontato con serenità».
L’ultimo ricordo spetta alla cugina Paola Meli.
«Di fronte alla morte - ha detto - Nadia ha dimostrato sempre una grande serenità. E quando le chiedevo come ci riuscisse, rispondeva: “Sono serena perché ho fede”».
All’uscita dal duomo di Ronciglione, tra gli applausi e gli abbracci, Marco Mengoni ha guardato continuamente verso il sole quasi a cercare la madre. Ha accennato un sorriso, spento.
Dopo la cerimonia, un corteo a piede ha accompagnano la salma di Nadia Ferrari al cimitero dove è stata tumulata.