Non un unico deposito di stoccaggio ma diversi siti nei quali far confluire le scorie nucleari.

È questa l’ipotesi a cui sta lavorando il Governo.

Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante un recente confronto, organizzato dal quotidiano La Stampa, sul tema dell’energia.

Dichiarazioni che consentono alla Tuscia, tra i principali candidati a ospitare il deposito, a tirare un sospiro di sollievo. «Inizio a scartare l’ipotesi dei miei predecessori, perché mi sembra illogico a livello di efficienza e funzionalità avere un solo centro a livello nazionale - ha detto il ministro - Stiamo studiando nuovi depositi di rifiuti radioattivi a bassa intensità».

Secondo Pichetto Fratin «gli italiani pretendono di poter avere nell’ospedale della propria citta certi medicinali e cure», quindi «sarebbe poco logico e forse poco sicuro far viaggiare questi rifiuti radioattivi per tutta Italia. Un unico centro significherebbe movimentare ogni giorno rifiuti da una parte all’altra del Paese, da Torino a Palermo. Non è sostenibile ne funzionale».

Rispetto alla anche alla Carta nazionale dei 51 siti idonei, di cui 21 nella Tuscia, Pichetto Fratin l’ha definita «ormai superata. Ecco perché - ha detto - la valutazione che sto facendo a livello ministeriale e creare più depositi, oppure andare avanti su quelli già esistenti».