Nessuno di noi può essere contrario alle energie rinnovabili, anche perché nessuno come noi sta subendo già dal tempo gli effetti negativi di un cambiamento climatico che colpisce una ripetizione le nostre campagne e le nostre colture. Questo non significa però che non si deveno fare una serie di valutazioni prima di dare semaforo verde a qualsiasi tipo, forma o modo di produrre energia rinnovabile».

E' quanto sostiene il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, Remo Parenti.

«Non possiamo pensare che la lotta al cambiamento climatico consente di derogare al buon senso, alla logica, all'equità, al rispetto di alcune regole non necessariamente scritte - prosegue Parenti - Il primo passo in questo senso potrebbe essere quello di tenere informata la popolazione viterbese sugli sviluppi del rinnovabile perché credo che certe scelte debbano essere fatte con criterio e valutandone e dibattendone tutti gli aspetti. Abbiamo però visionato le procedure in essere o già last per autorizzare la costruzione di impianti fotovoltaici ed eolici nella Tuscia e mi sembra che in realtà una scelta chiara e precisa sia stata già fatta: si vuole privilegiare il grandissimo impianto piuttosto che i piccoli o medi diffusi su tutte le campagne».

Parenti quindi sottolinea che «si sta autorizzando la costruzione di circa 200 torri eoliche da 250 metri di altezza (una dimensione quasi doppia rispetto alle pale eoliche di Piansano), nonché di numerose altre di altezza inferiore, il tutto accompagnato da migliaia di ettari di fotovoltaico . In tal modo la sola provincia di Viterbo dovrebbe soddisfare il 10% della produzione complessiva nazionale e l'80% di quella laziale. In sostanza, ancora una volta la nostra terra verrà sfruttata per soddisfare le esigenze non tanto dei viterbesi quanto di tutto il Paese. La Tuscia, sulla quale lo Stato decise in passato di non investire e di lasciare quasi a sé stessa, ora anziché ricevere una compensazione tardiva, una solidarietà oggettiva, come di solito accade nei Paesi dove la libertà e la giustizia sono alle basi della costituzione, diviene, per le stesse caratteristiche di sviluppo alle quali fu costretta, il luogo ideale per ricevere immondizie di vario tipo, scorie nucleari e impianti fortemente impattanti. Abbiamo basato il nostro sviluppo sull'agricoltura, sulla trasformazione industriale ed enogastronomica dei nostri prodotti, sul turismo e sull'agriturismo, forti del nostro paesaggio e dell'eccellenza della nostra terra - dice il presidente di Confagricoltura - il lavoro di decenni potrebbe essere, in tanti casi, vanificato in pochi mesi. Una scelta che ci colpirà sia socialmente che economicamente diminuendo il valore della produzione agricola, causando la futura chiusura dei tanti agriturismi vicini ai parchi eolici e portando il bilancio occupazionale ad un saldo sicuramente negativo. Nei borghi rurali con un'economia basata esclusivamente sull'agricoltura e un turismo che privilegia le campagne, potremo avere un marcato impoverimento e spopolamento. Per tutto questo Confagricoltura Viterbo-Rieti ha grandi perplessità sulla scelta di consegnare la produzione delle rinnovabili prevalentemente a grandi poteri economici in cerca di “business”, con la conseguenza che gli agricoltori, anziché un soggetto attivo, in molti casi subiranno passivamente e coercitivamente una transizione ecologica ben diversa da come si erano immaginati. Siamo infatti convinti che la strada verso le energie rinnovabili resti un'altra, più virtuosa, più rispettosa dell'ambiente ed è quella basata sulla produzione che ogni azienda agricola può fare attraverso il fotovoltaico installato sui tetti dei fabbricati delle aziende agricole, o anche sui terreni più marginali e meno fertili, su di un eolico di dimensione più umana, sulla produzione di biocombustibili».

Parenti concludono ne dire che «non si può distruggere un ambiente per salvare l'ambiente: partiamo da questa considerazione per riflettere e scrivere nuove norme, fissare nuovi principi che possono regolare lo sviluppo delle energie rinnovabili rispettando un territorio, il suo paesaggio, i suoi abitanti e la sua economia».