Restyling del mercato, un vero e proprio tormentone? La domanda sorge spontanea semplicemente , e se vogliamo paradossalmente, perché lo strombazzatissimo annuncio della presentazione del progetto ha spaccato letteralmente in due gli operatori. Sì, divisione nettissima tra chi fa parte dell’Associazione “Amici del Mercato” e coloro che sino iscritti alla Confcommercio. Umori assolutamente opposti, coi primi che a detta della presidente Catia Veneruso “il nuovo piano contiene un indiscutibile valore urbanistico ed è all’avanguardia coi tempi. E ci sentiamo di dover ringraziare l’amministrazione, il sindaco Tedesco e l’assessore Perello per la celerità di riscontro verso la nostra richiesta e soprattutto siamo soddisfatti del clima costruttivo che si respira per la prosecuzione dell’opera. L’area in questione è ormai avvolta da un degrado che rende una riqualificazione non più rimandabile” (La Provincia, 22 novembre).

“Amici” certo e soprattutto per la pelle del Primo Cittadino e dell’assessore con annessa una simbolica (ma non solo…) stretta di mano in vista delle prossime amministrative, che fanno già parte della quotidianità se è vero che ormai con puntualità cronometrica vengono sparati proclami tanto fragorosi da certificare inequivocabilmente di essere già entrati in piena campagna elettorale. Però, c’è un però. Che chiarisce perfettamente che le belle parole della Veneruso non ballano in maniera armoniosa. Sottolinea difatti la presidente: “Non possiamo tuttavia nascondere la preoccupazione, riguardo il nostro posizionamento all’interno dell’area. Per quanto diviso in settori e geograficamente separato, il mercato possiede la sua anima e questo deve essere tenuto in considerazione nel contesto della riqualificazione della zona, che non deve essere soltanto una splendida piazza” (ibidem). Come dire: carissimi amministratori rivediamoci per sciogliere i nodi più intricati prima che il progetto diventi esecutivo “perché – conclude – ne va della sopravvivenza di operatori che rischiano di non aver la garanzia di poter lavorare in seguito alla ricollocazione per la realizzazione del restyling” (ibidem).

E tanto per non farsi mancare niente e financo per dimostrare che come sempre più di sempre il veleno sta nella coda, la Veneruso ha lanciato una frecciata al veleno all’assessore Dimitri Vitali “colpevole di essere entrato quando il nostro incontro con l’Ac era già corso e immediatamente uscito dalla stanza. Viene da chiedersi quale tipo di commercio il leghista rappresenta nella nostra città” (ibidem). Beh, c’è poco da sforzarsi di interpretare un giudizio così tagliente: se Vitali dovesse accarezzare l’idea di presentarsi alla prossima kermesse amministrativa per puntare ad uno scranno in Consiglio, non conti di raccogliere qualche voto dagli “Amici del Mercato”. E dalle parti della Confcommercio che aria tira ? Non esattamente carezzevole. Ed è subito lo storico operatore del pesce Mario Cirillo a rompere gli indugi e a farsi sentire: “Parto dal presupposto che ogni consorzio (il riferimento agli “Amici del Mercato” non è puramente casuale –ndr-) che si crea è legittimato a fare il proprio percorso. Ma visto e considerato che la maggior parte delle 220 attività presenti in Piazza Regina Margherita è legata a Confcommercio, ci farebbe piacere partecipare attivamente a riunioni in cui si discute questo restyling. Non si possono ascoltare solo otto persone che hanno certamente la loro importanza, ma tutti vogliamo sapere cosa prevede il progetto, quindi chiediamo un incontro col Sindaco affinché venga chiarito anche a noi, che costituiamo il 90% dei mercatali, cosa si sta facendo” (Trcgiornale.it, 23 novembre). Ancorché non urlato fin troppo evidente il disappunto , della serie “è inaccettabile che ci siano figli e figliastri”: agli uni è dato di discutere di un gigantesco problema quale il mercato, agli altri no. Ci va invece giù duro Iuri Mezzana della storica omonima macelleria: “E’ importante effettuare delle scelte, tuttavia ad esserne tenuti al corrente dobbiamo essere anche noi, che siamo la colonna portante del mercato. Ci sono esercizi presenti da più di 100 anni e non può essere che solo pochi operatori si arroghino il diritto di decidere per noi. Ciononostante mi hanno detto – rincara la dose – che la recente riunione è risultata l’ennesima presa in giro. I nostri cari politici hanno servito il solito progetto in salsa prettamente elettorale , che non è altro che fumo negli occhi.” (ibidem). E poi :”Per quattro anni e mezzo siamo stati abbandonati, abbiamo parlato con il sindaco spiegandogli quali fossero le emergenze più urgenti da affrontare, ma, ahinoi,è come se avessimo parlato al vento. Il sindaco è sicuramente una bravissima persona, però a noi servono i fatti. Non ce l’abbiamo con lui, ma temo che sia lui ad avercela con noi” (ibidem). Se non è un botto questo, difficile trovarne un altro così deflagrante.

E allora ? Inutile inventarsi chissà che. Il punto (e vale, ovvio !, per i governanti pincioti) è che taluni annunci trionfalistici converrebbe darli in pasto ai media solo se si ha la strasicurezza che decollino, visto che allorquando vengono analizzati a fondo il più delle volte lasciano trasparire che tra l dire e il fare c’è di mezzo il mare. In caso contrario sarebbe poi inutile imprecare se dall’urna (in questo caso del mercato) affiorasse la miseria di otto voti “Amici” e non i cento o duecento e più che si accasano altrove. Buon tutto a tutti.

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