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CERVETERI – Il settore edile ha dovuto fronteggiare la perdita di molti posti di lavoro negli ultimi anni a Cerveteri. Se da una parte alcune aziende sono state favorite dai bonus governativi, dall'altra c'è la preoccupazione poiché da anni non si costruiscono residenze, a causa del piano regolatore bloccato. In alcune aree periferiche della città, infatti, dove sarebbe stato applicato il piano integrato di intervento, strumento urbanistico per la riqualificazione di aree urbane, si attende il placet della Regione Lazio. Nel mentre, piccole e medie imprese si contano sul palmo di una mano. Chi sopravvive, tra mille difficoltà, si è spostato verso Roma dove l'offerta è molta più ampia rispetto a una piccola realtà come Cerveteri. «Siamo molto penalizzati – spiega un imprenditore - è da anni che a Cerveteri non si interviene nel costruire case, abbiamo le mani legate, in attesa che l'amministrazione comunale dia il via libera ai piani integrati. Fino a dieci anni fa avevo 30 dipendenti, ora solo il minimo indispensabile. Anche le case al mq hanno subito una flessione, rispetto a Ladispoli dove si vendono ad un prezzo superiore. Poi c'è il tema occupazionale, che ha avuto un crollo, così come l'indotto composto da molti addetti, tra imprese di idraulica, elettricità, falegnameria e quant'altro, costrette a ridimensionarsi».
Di fatto, sono i dati a parlarne: se non si darà il via a nuove costruzioni nella città di Cerveteri l'emorragia potrebbe non fermarsi. Anzi, potrebbe scrivere il destino delle aziende superstiti, che si mantengono grazie alla vivacità del settore edile a Ladispoli.
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