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Da più di sei mesi subiscono pesanti disagi per i lavori di Rfi sulla linea direttissima Orte - Roma con oltre il 90 per cento dei treni dirottato sulla linea lenta e da gennaio prossimo, se dovesse essere confermato lo stop alla deroga, sarà vietata ai treni con velocità inferiore ai 200 Km/h la circolazione sulla direttissima. Il rischio è di un dilatamento dei tempi di percorrenza: da 35-40 minuti a oltre un’ora.
Per questo il Copeo e il Comitato pendolari Teverina incalzano istituzioni (Regione, Comune di Orte, Provincia di Viterbo e parlamentari locali) a cui hanno scritto per denunciare le condizioni del trasporto ferroviario.
“I pendolari diretti Roma che si avvalgono della stazione di Orte (rientrante tra le prime 100 stazioni in Italia con un bacino di utenza che si aggira intorno ai 400.000 passaggi giornalieri) - dicono - ormai da più di sei mesi stanno subendo pesanti disagi per lavori eseguiti sull’infrastruttura da RFI. Oltre il 90% dei treni a servizio viene dirottato in linea convenzionale “lenta”, cambi di orari sono all’ordine del giorno e si registrano ritardi sistematici”.
I comitati dei pendolari di Orte e Teverina dicono di essere venuti a conoscenza che dal 1° gennaio 2026 viene meno la deroga alla delibera Art (Autorità di regolazione dei trasporti) 178/2024 con conseguente divieto di circolazione sulla linea direttissima dei treni con velocità inferiore ai 200 Km/h.
“Secondo quanto riferito da rappresentanti delle Regioni Toscana e Umbria tale limitazione - affermano i due comitati - potrebbe già verificarsi con il cambio dell’orario a dicembre 2025. Siamo fortemente preoccupati di tale eventualità che destabilizzerebbe fortemente l’organizzazione quotidiana delle nostre vite (ore settimanali sottratte alle famiglie). Si tornerebbe indietro di 50 anni: raggiungere Roma e tornare a casa la sera richiederà oltre un’ora di tempo, quando fino allo scorso dicembre si impiegavano 35-40 minuti. Inoltre temiamo che la sovrapposizione in linea lenta tra treni regionali veloci (attualmente in linea Alta velocità) e treni regionali della linea Orte-Fiumicino, comporterà necessariamente una riduzione del numero di convogli e conseguente sovraffollamento degli stessi. È prevedibile poi che aumenterà il numero di quanti si recheranno alla capitale con mezzi propri o bus a discapito di qualsiasi discorso di sostenibilità ambientale ed in palese contrasto con le politiche di promozione del trasporto pubblico. Per non parlare poi dell’impatto in termini di impoverimento del territorio, e di quante famiglie che hanno scelto i nostri territori per progettare il loro futuro proprio in virtù dei collegamenti favorevoli con Roma opteranno invece per altre soluzioni più prossime alla capitale”.
I due comitati di pendolari chiedono alle rappresentanze istituzionali laziali un impegno continuativo nel sollecitare tutte le parti in causa al fine di mantenere l’attuale modello di esercizio e conservare la deroga che consente la circolazione in Direttissima del materiale rotabile con velocità inferiori ai 200 km/h. “Tale deroga - dicono - dovrà a nostro giudizio permanere fintanto che non entreranno in esercizio i nuovi treni ordinati dalle Regioni nell’ambito dei rispettivi contratti di servizio stipulati con Trenitalia”
Chiedono inoltre che per tutta la durata dei lavori di ammodernamento della linea, vengano ridotti al massimo i disagi per i pendolari. “Nelle fasce orarie 6:30 – 8:30 e 17 – 19 - proseguono - riteniamo debba essere garantito il più alto numero possibile di treni regionali veloci programmati e poi effettivamente instradati in direttissima”. Chiedono anche che per tutta la durata dei lavori di ammodernamento della linea, ai pendolari sia consentito di utilizzare i treni intercity nella tratta Orte-Roma con i titoli di viaggio acquistati per i RV, senza il pagamento di alcun supplemento; che visti i forti disagi presenti in questo periodo estivo (01/07 – 31/08) legati ai lavori sulla linea Orte – Attigliano – Viterbo, gli autobus in partenza da Orte aspettino il corrispettivo treno in arrivo da Roma qualora questo subisca ritardi o instradamenti sulla linea lenta”.
I due Comitati hanno invitato i rappresentanti delle istituzioni a salire con loro sui treni di ritorno da Roma Termini nella fascia oraria tra le 17 e le 19 “per rendersi conto delle condizioni di viaggio che siamo costretti a subire”.