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Sviluppare la classificazione del personale, recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, migliorare gli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti, tutelare maggiormente i lavoratori degli appalti, rafforzare l’esercizio del diritto di sciopero e sviluppare il welfare contrattuale e il sistema dell’indennità.
Sono questi i punti che, ieri mattina, hanno spinto, anche a Viterbo, i sindacati Cgil Fp, FitCisl, Uiltrasporti, Fiadel e Ugl ad aderire allo sciopero nazionale dell’igiene ambientale con un presidio dalle 10 alle 12.30 davanti la prefettura. Allo sciopero nazionale, secondo gli organizzatori, hanno aderito circa il 95 per cento dei lavoratori aderenti alle sigle sindacali e, anche nella Tuscia, la partecipazione è stata molto alta. A Viterbo si attende, tra le altre cose, il rinnovo dell’appalto che è scaduto e «dovrebbe essere di nuovo affidato alla stessa azienda che lo detiene attualmente e vedremo se cambieranno le condizioni», ha detto Luciano Perà, segretario della Cgil Fp di Viterbo. «Siamo qui in piazza per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’igiene ambientale, scaduto il 31 dicembre scorso - ha continuato Perà - Le motivazioni che ci hanno portato in piazza oggi sono molteplici. Una tra le principali è che gli stipendi sono fermi. Ma il problema più importante che noi rivendichiamo è la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Giovedì c’è stato un altro incidente sul posto di lavoro nel Trentino, dove un operatore ecologico è stato investito da un’automobile. Questo è un settore particolare quindi chiediamo un impegno da parte di tutte le istituzioni affinché venga rispettato e i lavoratori siano messi in sicurezza. I Comuni dovrebbero impegnarsi innanzitutto a fare degli appalti congrui ed equi riguardo ai costi, perché così eviteremo anche l’infiltrazione della malavita in questo settore, che è molto estesa». Luciano Perà ha poi aggiunto che «chiediamo inoltre un impegno speciale affinché questo contratto collettivo nazionale venga esteso anche alle cooperative sociali, perché ci sono lavoratori delle cooperative sociali che, purtroppo, oggi non hanno il contratto di lavoro nel comparto di igiene urbana, quindi abbiamo lavoratori di serie A e di serie B. Oggi siamo qui per protestare e speriamo che questo rinnovo porti novità». Perà, che nel suo intenso intervento ha riscosso un ampio consenso per le tematiche toccate, ha anche chiesto «l’abolizione dell’operatore unico che, contemporaneamente, deve guidare il mezzo e raccogliere e svuotare i secchioni. E’ un ruolo che sta causando molte malattie professionali. Anche se un operatore è giovane, a 20 o 30 anni, è sottoposto a 500-600 prese e carichi e scarichi al giorno e, dopo 10 o 15 anni, il suo fisico è usurato in modo non accettabile». I sindacati si sono detti soddisfatti dell’adesione allo sciopero e si sono detti pronti a nuove azioni di lotta se tutte le richieste fatte a livello nazionale e locale non verranno accolte da chi ha la facoltà di farlo.