Avevano messo a segno un furto di mezzi da cantiere del valore complessivo di più di 300mila euro ma sono stati “traditi” da un gps che ha condotto i carabinieri nel capannone in cui la refurtiva era stata stoccata.

Il sofisticato sistema di tracciamento satellitare, installato su un bobcat, è rimasto attivo nonostante il tentativo di occultamento.

È così che i militari hanno ritrovato a Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento, i mezzi da lavoro di una ditta impegnata nella posa della fibra ottica a Viterbo. Il proprietario del capannone, un 57enne già noto alle forze dell’ordine, è finito al centro delle indagini.

All’interno dell’immobile è stata trovata la refurtiva consistente in tre bobcat cingolati, quattro trapani idraulici, quattro seghe per l’asfalto, diverse benne idrauliche, un escavatore cingolato e un battitore per l’asfalto, per un valore complessivo, come detto, di oltre 300mila euro.

Le indagini sono partite dalla denuncia dell’impresa proprietaria che è riuscita a rientrare in possesso della maggior parte del materiale ad eccezione di tre seghe che i carabinieri hanno sequestrato per la presunta assenza di una documentazione relativa alla proprietà.

La ditta si è presentata a Sant’Agata con due bisarche sulle quali ha caricato i mezzi per riportarli in sede.

I carabinieri, nel frattempo, hanno sequestrato, oltre al capannone, tutta l’area e due macchine meccaniche che il 57enne ha sostenuto, esibendo i relativi documenti, di aver noleggiato fino al 19 settembre da un intermediario di Magenta.

Intanto proseguono le indagini per chiarire i dettagli della vicenda e individuare eventuali complici.