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Buona adesione, da Viterbo e dalla Tuscia, allo sciopero generale indetto dall’Usb contro la guerra a Gaza e, da quasi 10 giorni, va avanti il presidio permanente per la stessa ragione in piazza del Plebiscito a Viterbo. Un nutrito gruppo di attivisti dell’Usb provinciale di Viterbo è andato a Roma in piazzale dei Cinquecento per portare lo sdegno del Viterbese per la guerra in atto nella Striscia di Gaza, in favore della mobilitazione verso la Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza e “contro l’economia di guerra che i governi europei stanno realizzando”. Insieme all’Usb hanno organizzato la manifestazione nazionale Sgb, Cub Trasporti, Orsa Tpl e Adl.
«Oggi (ieri, ndr) siamo all’ottavo giorno di presidio permanente a piazza del Comune a Viterbo, sotto il palazzo del governo, per chiedere di fermare l’impunità dello stato d’Israele, lo stop al genocidio e ribadire la nostra solidarietà per il popolo e la resistenza palestinese». A parlare è Sandra Gasbarri, presidente dell’Aucs Viterbo (associazione per la cooperazione e lo sviluppo) e tra i promotori del presidio permanente di protesta per la situazione della guerra nella Striscia di Gaza. Tante le delegazioni sindacali che, dalla Tuscia, si sono recate a Roma per protestare contro la presunta inazione del governo italiano mentre Stati come Regno Unito, Australia e Canada hanno già riconosciuto ufficialmente la Palestina come Stato sovrano.
«Abbiamo aderito allo sciopero indetto dall’Unione sindacale di base – continua Sandra Gasbarri – e siamo stati anche sotto il palazzo della prefettura per manifestare. Chiediamo ancora al Comune di Viterbo, inoltre, di prendere una posizione chiara per il riconoscimento dello Stato di Palestina ma, soprattutto, di condannare quelle che sono le azioni genocide d’Israele». Sandra Gasbarri, poi, fa un ulteriore appello. «Chiedo ai viterbesi – conclude – di unirsi alla mobilitazione permanente che continuerà anche nei prossimi giorni sempre a piazza del Comune».
«Come Usb – dice Paola Celletti, presente ieri a Roma – eravamo presenti alla manifestazione già un’ora prima della partenza che era prevista alle 11. Piazzale dei Cinquecento era completamente pieno: un evento partecipatissimo con università bloccate, così come treni, bus e metro. Anche la Tangenziale è stata bloccata ma gli automobilisti hanno dato la loro solidarietà. In quasi tutte le città italiane si sono fermati le scuole e i trasporti. Tantissimi i giovani presenti con molte altre categorie del mondo del lavoro rappresentate». Viterbo e la Tuscia, quindi, hanno portato il loro supporto per dire no a una guerra che sta straziando un intero popolo. «Molti cortei – continua Paola Celletti – sono partiti dalle università e dalle scuole con professori che hanno sfilato insieme agli studenti. Lo sciopero era per il popolo palestinese e fermare il genocidio, il sostegno alla Global Sumud Flotilla e l’economia di guerra in pieno atto. Non si trovano mai i soldi per la sanità, per le scuole e per le pensioni ma si stanziano fondi per le armi». Il bilancio, per Paola Celletti è straordinario. «La società civile e i lavoratori hanno risposto benissimo – conclude Celletti – con 100 mila persone solo a Roma ma con altre 80 piazze in tutta Italia con migliaia di persone che hanno bloccato uffici, scuole e università».