CERVETERI - «Ci aspettiamo una comprensione da parte dei gestori». Si torna sul caso dell'installazione delle antenne di telefonia sul territorio etrusco. Ad alzare la voce in questi mesi, i residenti di via dei Prati e quelli del Sorbo. Tanti impianti di telefonia sul territorio, vicini ad abitazioni e punti sensibili come ad esempio le scuole. Dopo la protesta scoppiata proprio a via dei Prati per l'antenna installata tra le abitazioni, a pochi passi da un asilo, i residenti erano scesi in strada. Da qui, poi, l'amministrazione aveva "aggiustato il tiro", sedendosi al tavolo con associazioni e cittadini per redigere il piano antenne votato all'unanimità in consiglio comunale.
«È stato il primo grande comune del Lazio a dotarsi di questo documento», ha evidenziato Giovanni Tardani membro del direttivo dei Comitati uniti per la difesa del territorio e membro del tavolo tecnico istituito con il piano antenne. Uno strumento che consente ai comuni di «decidere delle aree dove installarle». «Deve esserci un equilibrio - ha aggiunto ancora Tardani - tra quelle che sono le esigenze commerciali del gestore e il diritto pubblico, il diritto alla salute, quello del Comune di tutelare il proprio territorio». La richiesta è solo una: «Il rispetto della legge e della volontà dei cittadini».
E così, mentre i gestori (sia quello di via dei Prati che quello dell'impianto che dovrebbe sorgere a pochi passi dal Cena) hanno deciso di ricorrere al Tar per "vincere la partita", comitati e cittadini hanno deciso di unire le loro forze e far sentire la loro voce. «Cerveteri - ha sottolineato Tardani - non è un dormitorio, è una comunità, capace di scegliere e valutare. L'anima di Cerveteri sta scendendo in strada». Non solo adulti ma anche giovani, come gli studenti del Cena, quelli del Mattei e i ragazzi dell'associazione Damiano Casali. Perché proprio i giovani «fanno la differenza».
Tanti gli aspetti che portano a chiedere ai gestori di aggiustare il tiro. Da un lato c'è quello legato alla salute pubblica: «Se parlo 5 minuti al cellulare sono a contatto con mezzo watt ma per poco tempo. Se abito vicino a un'antenna sono a contatto con 200 watts sempre, quotidianamente. E questo è un danno».


Poi ci sono ovviamente persone più sensibili: come bambini e fragili. L'altro aspetto è quello economico legato alla proprietà: «Se compro casa e il giorno dopo, anche a mia insaputa (come accade spesso) mi piazzano un'antenna a pochi passi, il valore dell'immobile crolla del 30%». Un danno per chi con sacrifici ha deciso, magari di investire per il proprio futuro e quello della propria famiglia.
«Ci aspettiamo che i gestori comprendano», conclude Tardani invitando i residenti del territorio a prendere parte alla manifestazione in programma sabato 23 marzo. Si partirà alle 17 dal Granarone in via Rosati, si procederà verso Largo Almunecar per poi risalire in piazza Aldo Moro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA