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I numeri degli infortuni sul lavoro nella Tuscia sono in continuo aumento.
Il 2024 si è chiuso infatti con 1899 eventi, venticinque in più rispetto al 2023, quando invece erano stati 1874. E anche i primi tre mesi dell’anno in corso mostrano una tendenza al rialzo: 460 infortuni, contro i 438 del primo trimestre 2024. Questo e altro emerge dal dossier che la Uil del Lazio ha realizzato con l’Istituto di ricerca Eures in occasione della Carovana Uil – il tour itinerante voluto e ideato dal segretario Pierpaolo Bombardieri - che ha fatto tappa nei giorni scorsi nella cornice romana di Piazza del Popolo.
«Nell’ambito dell’iniziativa #NoAiLavoratoriFantasma – ricorda Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo – La segreteria regionale ha posto a confronto specialisti del settore, politici, sindacalisti e lavoratori proprio per offrire uno spaccato realistico della situazione lavorativa nella nostra regione, dai problemi di salute e sicurezza nei posti di lavoro, senza dimenticare appunto l'invisibilità di tanti lavoratori.
Soffermandoci sulla salute e sicurezza – prosegue il sindacalista – quanto abbiamo estrapolato dal dossier non è rassicurante per la nostra provincia, basti pensare che nel biennio di osservazione il numero degli infortuni è cresciuto dell’1,3%, mentre quelli mortali sono stati cinque lo scorso anno e sei nel 2023».
Non va meglio se affrontiamo il capitolo relativo alle malattie professionali: escludendo il 2020 (anno della pandemia e del lockdown) gli eventi dannosi che traggono origine da cause connesse allo svolgimento dell’attività lavorativa registrano indici in continua salita.
Il dossier torna indietro negli anni e censisce questi numeri: nel 2019 la Tuscia registrò 337 denunce di malattie professionali, nel 2020 scesero a 237. E poi la risalita inesorabile: 245 nel 2021, 312 nel 2022, 418 nel 2023, 502 lo scorso anno. Da gennaio a marzo del 2025 ne sono state catalogate già 139, contro le 122 del primo trimestre del 2024.
Lo spaccato della Tuscia – non molto differente da quello delle altre province – si ripercuote sui numeri complessivi del Lazio che ha fatto registrare oltre 41mila (41.413) infortuni nel 2024, contro i 40.368 dell’anno precedente.
Centosette infortuni mortali lo scorso anno, contro gli 89 del 2023. Terziario e industria i settori più colpiti. Quasi quattro imprese su cinque ispezionate (il 79,4%) lo scorso anno hanno riscontrato irregolarità. E infine: quasi seimila (5944) le malattie professionali nel 2024, 4918 nel 2023, 4200 nel 2022, 3789 nel 2021.
«Cos’altro di negativo deve accadere – conclude Turchetti – per convincere governo e istituzioni a cambiare marcia e investire sulla formazione, sulla prevenzione, sul personale ispettivo. Quanti altri lutti dobbiamo contare prima di introdurre il reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale per queste tipologie di reato? Sono due richieste di giustizia che la Uil, attraverso il suo segretario Pierpaolo Bombardieri, chiede da tempo alla politica, perché è inaccettabile che il mancato rispetto delle regole e l'assenza dei controlli continuino a causare vittime innocenti in ogni angolo d’Italia»