SANTA MARINELLA – Una mattina di preghiera, incontro e momenti di forte emozione. Si può sintetizzare così la domenica appena trascorsa dai catechisti, dai bambini e dai genitori della comunità parrocchiale del Carmelo che hanno fatto visita alla vicina struttura del Bambin Gesù a Santa Marinella.

La mattina di svago e preghiera, promossa da suor Caterina Dio delle suore Benedettine di Carità di Santa Marinella, da padre Carlo Grosso per i Carmelitani e da Laura Poliandri per i genitori dei bambini che frequentano la parrocchia, è trascorsa nel salone che accoglie i bambini ed i genitori del nosocomio cittadino, con canti, recite di poesie e consegna di doni ai bimbi ospiti e ricco buffet finale.

«Lo scopo della giornata è quello di infondere amicizia, accoglienza ed amore verso chi non può fare qualcosa autonomamente, ma spera e può contare sull'aiuto di tutti noi», dicono gli organizzatori, accolti dalla caposala Michela Di Furia che ha messo a proprio agio ospiti e famiglie. Tra un dono ed una poesia non sono mancati i momenti di grandi sorrisi e sommesse lacrime, momenti che hanno alleviato per qualche attimo i pensieri che, purtroppo, ricorrono tra i corridoi del Bambin Gesù, comunque animati da gioia e speranza che si colgono tra i sorrisi dei bambini e la gratitudine dei genitori.

Anche don Salvatore Rizzo, cappellano dell'ospedale ha voluto portare un saluto a chi ha accettato di donare poco ma ricevere tanto in cambio, ringraziando amministrazione e il personale sanitario sempre presente e vicino ai piccoli pazienti.

La visita si è poi conclusa con la messa presso la chiesa della sede Di Santa Marinella, dove padre Carlo Grosso ha accolto e ringraziato i fedeli, rinnovando l'invito a «donare amore e vicinanza, poiché donare - ha predicato, fa più bene che ricevere».

Il Bambin Gesù ospita piccoli pazienti in riabilitazione ed i loro genitori che il più delle volte devono sobbarcarsi impegno logistico ed economico, da qui la volontà di fare altro in futuro. «Stiamo già pensando ad un'altra iniziativa, magari in primavera – dicono laici e religiosi – i sorrisi, le mani tese, il calore del dare e ricevere solleciterà di certo altre coscienze e risorse».

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