CIVITAVECCHIA – «L’Asl Roma 4 ha deciso di sospendere il servizio assistenziale, in rapporto uno a uno, anche alle persone disabili con alto bisogno assistenziale, residenti all’Istituto Calamatta di Civitavecchia: un attacco al servizio pubblico e ai diritti fondamentali delle persone».

È quanto dichiarano in una nota mezzo stampa Stefania Pomante ed Emanuela Nucerino, rispettivamente segretarie generali della CGIL e della Funzione Pubblica CGIL di Civitavecchia, Roma Nord e Viterbo.

«La Direzione dell’Asl Roma 4 – proseguono - continua un disegno di restrizione e smantellamento del perimetro del servizio pubblico, in modo particolare per quanto riguarda il fronte sociosanitario e assistenziale, a discapito delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutta la cittadinanza. Il 29 novembre le famiglie delle persone con disabilità residenti nell’Istituto Calamatta di Civitavecchia, sono state informate per le vie bravi dalla Cooperativa appaltatrice, dei tagli orari decisi dai vertici dell’azienda. Una politica di austerità e di contenimento della spessa che, come di consueto, colpirà i più e le più fragili. A partire da questa settimana il rapporto assistenziale, anche per le persone con alto bisogno assistenziale, con disabilità plurime e più complesse, è stato notevolmente compromesso: non più uno a uno, ma cinque assistiti per ogni operatore. Un sovraccarico notevole di lavoro, che non solo peserà sul personale OSS, ma che rischia di compromettere i più basilari diritti alla salute, all’assistenza e alla qualità della vita di pazienti. Le famiglie dei residenti, in una toccante lettera aperta alla stampa locale, hanno ribadito che il lavoro professionale e amorevole del personale assistenziale della Cooperativa Melanie Klein rappresenta l’unica ricchezza e ragione di serenità verso le sorti dei loro cari. Questo anche alla luce delle condizioni strutturali dell’Istituto. Nonostante tutto questo la scelta dei vertici dell’Asl sembra cieca sia nei confronti del personale sia in quello degli assistiti, ma orientata solo a fredde e bieche logiche di contenimento della spesa pubblica».

«Tutto questo – continuano le Segretaria – è increscioso, lesivo dei diritti di chi lavora e della cittadinanza. Come CGIL abbiamo inviato prontamente, martedì 2 dicembre, una lettera al Presidente della Regione Lazio e alla Direzione della Asl Roma 4. Nella lettera rammentavamo il confronto di questa estate con il dottor Urbani, al vertice direzione salute e integrazione sociosanitaria della Regione, sulla assoluta necessità di una riforma e riorganizzazione delle strutture residenziali per persone con gravi disabilità (strutture ex articolo 26) e l’immediato ripristino del rapporto un operatore un assistito. Nessuna e nessuno, ne siamo certe, vuole che nei prossimi mesi agli onori della cronaca passino nuovi casi tragici riguardanti persone con disabilità residenti in questi centri, ma le tragedie non si scongiurano per magia o con i buoni propositi. È necessario riavviare un serio tavolo di confronto per superare la criticità dei centri ex art. 26 e smetterla con questa assurda e inumana politica dei tagli alla spesa sociale fatta sulla pelle dei più deboli».

«Esprimiamo la nostra più assoluta – conclude la nota – vicinanza umana e fattiva ai residenti e alle loro famiglie, denunciamo una politica di austerità nazionale, regionale e aziendale che massacra chi lavora e restringe il perimetro dell’assistenza sociosanitarie e siamo pronti a tutto quello che è necessario per far rientrare questa incresciosa situazione».

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