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SANTA MARINELLA – Dopo le esternazioni del sindaco Tidei, dell’assessore alle Attività produttive Minghella, dell’esponente di minoranza Di Liello e del capogruppo di opposizione Fiorelli, in merito alla convenzione sul castello che si sarebbe dovuta discutere in consiglio comunale, ma che è stata ritirata dal primo cittadino, oggi interviene l’assessore alla Cultura Gino Vinaccia e la consigliera di maggioranza Maura Chegia, che hanno una posizione diversa rispetto alla bozza redatta dal sindaco. «C’è un grosso interesse intorno al castello – ha detto Vinaccia in consiglio – e la tanta gente presente ne è la dimostrazione. Io sono convinto che quando la politica e le istituzioni si prestano ad ascoltare le istanze della comunità, sia le istituzioni che la politica recuperano credibilità. Tempo fa abbiamo fatto un consiglio comunale per assegnare al parroco Don Salvatore le chiavi della città e anche in quella occasione maggioranza ed opposizioni unite hanno condiviso questo riconoscimento. Il fatto che anche oggi ci sia molta gente a seguire questo consiglio sul castello, è la dimostrazione di quanto la comunità sia interessata al maniero. Ho fatto questa similitudine per far capire che il castello non racconta solo una storia recente ma una storia che viene da millenni, sappiamo che la proprietà del maniero è della Regione Lazio e lo gestisce tramite Lazio Crea. Sul rinnovo della convenzione si è aperto un confronto aspro tra Comune e Regione, il confronto riguarda quindi due posizioni diverse per chi e come deve gestire il castello. Da una parte c’è chi vuole sfruttare il castello come location alberghiero e di ristoro, dall’altra c’è chi pensa che il maniero deve avere uno sviluppo sul piano storico, archeologico e culturale. Due sono i motivi del contendere, la gestione in house della biglietteria e la riduzione degli spazi proposti da Lazio Crea. Noi come Comune possiamo intervenire facendo capire a Lazio Crea che gli spazi comuni sono di competenza del Comune e che qualsiasi intervento sul maniero, sia di competenza edilizia che di altri movimenti, deve essere il Comune a dare le autorizzazioni. Non vogliamo andare allo scontro ma trovare una mediazione”. “Ho personalmente interagito con il Comitato e accolto le loro istanze nella redazione di una nuova bozza, di concerto con gli altri componenti della commissione e cioè Manuelli, Fratarcangeli e Di Liello. Abbiamo preso l’impegno di portare tutte le istanze, sperando che Lazio Crea ci veda uniti e determinati nel rivendicare i diritti che andrebbero dati come acquisiti. Inoltre, stiamo lavorando con il responsabile contabile e la Santa Marinella Servizi convocata in questi giorni per la fattibilità di internalizzare la biglietteria e non cederla alla partecipata della Regione”. Sul consiglio comunale per il castello c’è anche una nota stampa del Paese che Vorrei. «Il 24 ottobre scorso – si legge nel documento - a fronte di una partecipazione massiccia dei cittadini al consiglio comunale aperto sul tema del castello di Santa Severa, abbiamo assistito da parte delle istituzioni ad un doppio atteggiamento, da un lato il lavoro della commissione consiliare che ha prodotto una bozza di convenzione in sintonia con le richieste del Comitato per la difesa del Castello, dall’altro Tidei che invece ha spinto per una bozza di convenzione attenta alle istanze di Lazio Crea. Se da un lato, la Commissione consiliare e il Comitato vedono nel castello un bene monumentale da preservare sotto il profilo storico e della ricerca scientifico-archeologica e su questa bozza di convenzione potrebbero convergere anche i consiglieri di centrodestra, dall’altro abbiamo il business plan e l'albergo diffuso di Lazio Crea. La posizione del sindaco è apparsa contraria alla volontà del consiglio stesso e del Comitato per la difesa del Castello e ha fatto capire che non spenderà il suo peso politico a fianco dei cittadini preferendo non partecipare alla deliberazione sulla convenzione, sperando di salvare la faccia. Ricordiamo al Sindaco che ci sono dei momenti in cui l'istituzione comunale supera le proprie contrapposizioni e fa corpo unico, se l'identità stessa della comunità è in gioco e se i cittadini si dimostrano così coinvolti e solleciti. Questo è uno di quei momenti. Non si può cedere sulla dismissione del Museo della Rocca né tantomeno sulla biglietteria del polo Museale Civico. Il castello non è sacrificabile sull’altare di altri accordi regionali. Anni fa, contro la giunta Regionale Polverini la battaglia fu vinta grazie ad una comunità politica compatta e convinta».
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