GRAFFIGNANO - «In queste ore leggiamo comunicati trionfalistici e ringraziamenti per un “cronoprogramma” che sarebbe stato illustrato in Consiglio comunale. Ma la realtà, per come risulta dagli atti ufficiali, è più semplice e più dura: finché non ci sono i documenti tecnici fondamentali e finché non c’è una validazione formale completa, nessuno può permettersi di trasformare una fase istruttoria in una rassicurazione politica». Così, Massimo Erbetti, coordinatore provinciale M5S, che spiega: «La risposta del ministero dell’Ambiente all’interrogazione presentata da Ilaria Fontana chiarisce due cose che non possono essere ignorate. Primo: durante le indagini integrative, Arpa Lazio ha prelevato contro campioni e gli esiti hanno confermato la presenza di diversi elementi chimici di origine antropica in concentrazioni non conformi alle Csc; inoltre, Arpa ha evidenziato che ad oggi non risulta approvato alcun piano di caratterizzazione, perché le dimensioni del sito hanno richiesto ulteriori approfondimenti per definire con precisione estensione areale e verticale della contaminazione. Secondo: la Regione conferma che, sulla base di tutte le risultanze (incluse quelle Arpa), Sogesid sta predisponendo tre elaborati con l’Università La Sapienza: modello concettuale definitivo, studio dei valori di fondo sito-specifici e analisi di rischio sanitaria e ambientale. Tradotto: quei tre documenti non sono oggi “in mano” come risultati chiusi e approvati, e sono proprio quelli che servono per definire obiettivi e azioni di bonifica, incluse le acque sotterranee. E allora una domanda è inevitabile: come si fa a rassicurare i cittadini dicendo che “non ci sono gravi pericoli” se, per stessa ammissione istituzionale, mancano ancora i passaggi tecnici che servono a dirlo con serietà? Rassicurare senza risultati consolidati non è prudenza: è propaganda. Nel comunicato diffuso dal sindaco si parla di “avanzamento del progetto” - prosegue Erbetti - e addirittura di “completamento della caratterizzazione” con modello concettuale, analisi di rischio e valori di fondo, oltre a passaggi da chiudere entro gennaio 2026. Ma questa narrazione cozza con quanto emerge dalla risposta ministeriale sullo stato dell’iter e sul fatto che Arpa stessa non considera approvato alcun piano di caratterizzazione. C’è poi un tema che non si può far finta di non vedere: i tempi Pnrr. La misura “siti orfani” (M2C4 Investimento 3.4) ha un target nazionale da raggiungere entro il primo trimestre 2026 (riqualificazione di almeno il 70% della superficie complessiva dei siti orfani). Questo significa una cosa sola: i ritardi amministrativi e procedurali non sono neutri. Se si arriva lunghi, il rischio è perdere risorse e scaricare il conto sulle spalle di qualcun altro. E qui arriva la domanda che nessuno sta ponendo con nettezza: se i fondi Pnrr venissero compromessi o ridotti per ritardi e mancati adempimenti, chi pagherà la rimozione dei rifiuti e la bonifica? Il comune? La regione? I cittadini, indirettamente? Perché il problema non scompare: o lo paghi con fondi vincolati e tempi certi, o lo paghi dopo, peggio, e senza garanzie. Come Movimento 5 Stelle, per il rispetto dei cittadini, chiediamo a comune di Graffignano, Regione Lazio e Sogesid di rispondere pubblicamente, senza formule vaghe, a queste tre domande: La prima sui documenti mancanti (le “tre relazioni”): a che punto sono, esattamente, i tre elaborati tecnici decisivi (modello concettuale definitivo, valori di fondo sito-specifici, analisi di rischio sanitaria e ambientale)? Data di consegna, data di pubblicazione (anche sul sito istituzionale) e data di validazione/approvazione: quali sono?. Punto secondo su Pnrr e tempi reali (non “cronoprogrammi” generici): qual è il cronoprogramma ufficiale, con atti e responsabilità nominative, che garantisce la chiusura dell’iter nei tempi utili a non perdere le risorse Pnrr? Quali milestone sono già concluse per atto formale e quali no? Chi è il responsabile del procedimento per ciascun passaggio?. Infine: se i fondi saltano: chi paga?. Nel caso in cui, per ritardi o inadempienze, le risorse Pnrr fossero ridotte o venissero meno, quale piano alternativo è previsto e con quali fondi?. In altre parole: chi pagherà la rimozione dei rifiuti e la bonifica e con quale copertura finanziaria?. Concludiamo con una richiesta semplice: basta rassicurazioni senza carte. Prima si rendono pubblici dati, atti, scadenze e responsabilità. Poi, e solo poi, si parla di “nessun rischio” e di “situazione sotto controllo», conclude Erbetti.

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