Sarebbero due i viterbesi coinvolti nell’inchiesta sugli appalti truccati in aeronautica: un civile agli arresti domiciliari e un militare con l’obbligo di firma.

Si tratta di due dei 39 indagati coinvolti nell’inchiesta della procura di Velletri che martedì scorso ha portato all’esecuzione di 14 ordinanza di custodia cautelare, 10 obblighi di firma e 15 avvisi di conclusione indagine tra Viterbo, Romna, Napoli, Caserta, Latina, Chieti, Grosseto e Ravenna.

A finire nei guai nella Tuscia sarebbe il responsabile commerciale di una nota azienda del Viterbese che avrebbe fornito una cucina a un tenente colonnello dell'Aeronautica, preposto all'indagine di mercato per un intervento all’aeroporto di Grazzanise, di cui era anche direttore dei lavori, in cambio di un appalto in quel aeroporto.

In totale sotto la lente degli investigatori sono finiti 49 appalti riguardanti lavori in basi militari dell’Aeronautica dislocate tra Lazio e Campania.

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di vario titolo per i reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per l’esercizio della funzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, condotte commesse a Roma, Ciampino (Roma), Pratica di Mare (Roma), Vigna di Valle (Roma), Furbara (Roma), Montecastrilli (Terni), Borgo Piave (Latina), Grazzanise (Caserta) e Somma Vesuviana (Napoli), nel periodo intercorso tra il mese di maggio 2017 e il mese di gennaio 2021.

Si parla di volume d'affari degli appalti che ammonterebbe a circa 3 milioni di euro. Secondo gli inquirenti con un sistema viziato da irregolarità nell'assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte venivano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici". In particolare due militari, titolari anche di un’azienda edile privata, da cui è partita l’inchiesta, “ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini”. Gli altri appartenenti all’Aeronautica, invece, “coinvolti consapevolmente consentivano tali condotte, venendo meno ai doverosi obblighi di vigilanza e controllo”.