Un consiglio comunale straordinario sulla questione dell’arsenico nell’acqua. La richiesta alla sindaca Frontini viene avanzata dal Comitato di quartiere di San Pellegrino e da Non ce la beviamo. L’ultima ordinanza di non potabilità per le zone servite dalla rete idrica di Monet Jugo risale a qualche giorno fa. « Con l'acqua inquinata da arsenico - dice il Comitato di San Pellegrino - non si può fare il pane, non si può fare il caffè, non si può fare la pizza, non si può fare la pasta e la mozzarella. L'impatto di una situazione con livelli di arsenico dell'acqua fuori legge è a largo raggio e produce effetti plurimi e danni ingenti. Sottovalutare questa realtà non è possibile se non da chi mostra una discreta dose di insipienza e superficialità».

Il comitato rimarca anche il fatto che le indagini sull’acqua risalgono al 5 maggio, i dati trasmessi all’Asl l’8 maggio e sono stati notificati al Comune una settimana dopo.

Notiamo a questo proposito, che, come si legge sul sito del comune di Viterbo, le analisi chimiche sull'acqua risalgono al 5 maggio 2025, ma i risultati sono stati trasmessi alla Asl in data 8 maggio e soltanto il 12 maggio notificati al comune di Viterbo. Perciò il primo cittadino fa bene a chiedere maggiore sollecitudine nella comunicazione di eventuali sforamenti oltre i limiti di legge per consentire alle autorità di attivarsi immediatamente».

Il Comitato chiede quindi un consiglio comunale straordinario con la partecipazione dei vertici del gestore del servizio idrico, dell'Asl, dell'Arpa e del presidente della Provincia di Viterbo per «fare finalmente chiarezza e dare spiegazione in modo trasparente sulle cause della continua e ripetuta emergenza e discutere delle soluzioni definitive per azzerare una volta per tutte la presenza dell'arsenico nella rete idrica locale, proteggendo la salute della cittadinanza ed eliminando anche danni economici ad aziende e famiglie».

Stessa sollecitazione, come detto, arriva da “Non ce la beviamo” secondo cui «il problema arsenico non si risolve a colpi di ordinanze di non potabilità».

L’associazione rileva che «non si può pubblicare una ordinanza di non potabilità in ritardo e attendere che gli interventi tecnici riconducano alla potabilità senza prendere nel frattempo alcun provvedimento». Non ce la beviamo sostiene inoltre che «anche in tempi ordinari, ovvero quando non vige una ordinanza di non potabilità dell’acqua, se consultiamo il sito della Asl ci accorgeremo che i valori di arsenico nelle acque sono costantemente ai limiti , si parla di 9 o 10 microgrammi/litro. Questo significa che si tratta di un problema sistemico che non si risolve con il rientro dei parametri nei limiti di legge, ma che rivela una esposizione prolungata della popolazione a valori molto alti di arsenico con pericoli per la salute».

“Non ce la beviamo” sottolinea che si pagano «da anni bollette esorbitanti senza ricevere un servizio adeguato e con il rischio di ammalarci. Abbiamo il diritto - dice - di conoscere i motivi di questo disservizio e i progetti per restituire stabilmente alla popolazione un’acqua di qualità». Per questo chiede «al sindaco di Viterbo e al presidente dell’Ato di dare risposte concrete alla popolazione e convocare con urgenza un consiglio comunale straordinario».