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Palazzo dei Priori ricorre al Centro operativo comunale (Coc) per far fronte al potenziale rischio incendi derivante dalla rapida e abbondante crescita dell’erba in città.
L'attivazione del Coc ha lo scopo di integrare le risorse ordinarie per “evitare che gli incendi, a causa della folta vegetazione, si propaghino anche su aree di interfaccia urbano–rurale, provocando gravi ed ingenti danni al patrimonio forestale, al paesaggio, alla fauna e all’assetto idrogeologico del territorio comunale”.
Sulla questione interviene il consigliere della Lega, Andrea Micci.
«La sindaca “ordina” ai volontari della Protezione civile di andare a tagliare l’erba, con l’ordinanza sindacale del 16 maggio, fronteggiando quella che oramai è diventata un’emergenza “solo” per l’incapacità di questa amministrazione di programmare in tempi e risorse adeguate un servizio essenziale» dice il consigliere.
Micci sottolinea che «non esiste cambiamento climatico, né diluvio universale che giustifichi lo stato in cui è ridotto il verde. L’unica calamità naturale per questa città è l’avvento di Frontini e la sua maggioranza alla guida di Palazzo dei Priori».
L’esponente della Lega chiede quindi alla sindaca «se corrisponde al vero che è stato chiesto ai volontari di andare a fare quello che l’assessorato al verde evidentemente non è riuscito a gestire per impedire che la città si trasformasse in una colossale giungla equatoriale all’arrivo dell’estate, esponendo i cittadini a rischi di vario genere. In caso di risposta affermativa, ci dica anche con quali mezzi e con quali titoli abilitativi dovrebbero farlo, perché non credo che tra le funzioni della Protezione Civile ci sia pure quella del taglio dell’erba alta. Così come non credo che i volontari abbiano gli strumenti necessari, i corsi formativi o le patenti». Micci vuole sapere anche con quali fondi l’amministrazione intenderebbe supportare le associazioni e i costi saranno a carico dei volontari. «Mi chiedo poi - prosegue - se non sia il caso di ricordare quella promessa fatta all’insediamento in consiglio comunale, cioè di dimettersi tutti quanti se non si fossero dimostrati in grado di gestire questa città. Forse è il caso di iniziare a pensarci seriamente. Da cittadino viterbese - conclude - mi piange veramente il cuore nel vedere la città ridotta in queste condizioni e ancor più mi rammarico che i nostri volontari dovrebbero sacrificarsi al punto di andare a sfalciare l’erba per risolvere i problemi creati dall’incapacità di questa giunta, che mi pare, al momento, l’unica vera emergenza di questa città».