Giovane, 28 anni, grande entusiasmo e un progetto che sente quasi come “un dovere morale” visto che San Pellegrino è il quartiere in cui è nato e vive.
Si presenta così Lorenzo Porciani, l’architetto viterbese che quest’anno ha l’incarico di “vestire” in chiave florovivaistica, e non solo, la zona monumentale di Viterbo per il tradizionale appuntamento del San Pellegrino in fiore dal primo al 4 maggio. L’idea di partecipare al concorso di idee promosso dal Comune lo scorso anno - il suo progetto si è classificato al secondo posto - è nata «quando quasi casualmente mi sono imbattuto nel bando. Appena l’ho letto, nel dicembre 2023, ho avvertito non solo l’entusiasmo di poter partecipare a qualcosa che potesse contribuire a uno degli eventi più sentiti e partecipati dalla cittadinanza ma anche quasi un dovere morale essendo nato in questo contesto. Ne ho parlato a una mia carissima amica e, ad oggi, anche collega dottoressa in architettura Delaram Kazemi Asfeh che ha accolto da subito questa pazzia. Parlo di pazzia perché ci siamo buttati a capofitto per 45 giorni, da mattina a sera, sabato e domenica inclusi oltre a Natale e a Capodanno, a progettare e a pensare qualcosa con il semplice entusiasmo di due giovani, all’epoca 27enni, che volevano ripensare in qualche modo la città in cui sono nati e cresciuti» spiega.
«L’idea principale che ci ha guidato nella progettazione è stata fondamentalmente la possibilità di dare al cittadino viterbese, al visitatore, al turista di immergersi in un contesto completamente diverso da quello a cui si è abituati a vivere dentro il centro storico. Vedere Viterbo da un altro punto di vista, con altre prospettive andando anche in contrasto con quello che è il tessuto urbano fortemente consolidato del centro storico medievale inserendo elementi che delicatamente riproponessero un contrasto. Viterbo non ha particolari aree verdi soprattutto nel centro storico se non per la presenza di bellissimi alberi su piazza del Gesù, su piazza della Morte e rampicanti nel quartiere medievale e credo che San Pellegrino in fiore abbia avuto in tutti gli anni che si è tenuto, e ancora ha, il merito di rinverdire e dare possibilità alle persone di osservare Viterbo come fosse la prima volta». Nel pensare come sviluppare l’idea progettuale «ci siamo chiesti: cosa vogliamo che le persone vedano, cosa piacerebbe a noi vivere? Abbiamo quindi pensato a installazioni che potessero essere tutte interattive con le quali la gente potesse interagire. Nella maggior parte dei casi - spiega Porciani - si potrà entrare all’interno di queste installazioni, attraversare, viverle, vedere le piazze da nuovi punti di vista». Come nel caso degli allestimenti «su piazza del Gesù che accoglierà al suo interno una rivisitazione iconoclasta del giardino all’italiana, o in piazza san Carluccio in cui sarà riproposto uno dei tratti caratteristici del nostro territorio: i laghi. Una realizzazione che vede 200 metri quadri di pedane a specchio da cui spunteranno in maniera ordinata una ventina di betulle, il tutto circondato da una ricca vegetazione». O ancora: «Gli archi di piazza San Pellegrino che ripropongo in un certo senso il punto di approdo del pellegrino. Una successione di quattro archi come se fosse un corridoio cerimoniale per l’approdo del pellegrino. Un’altra interazione, a mio parere importante e suggestiva, ci sarà in piazza della Morte intorno alla fontana: una cupola definita dall'intreccio di dieci archi che nel loro intreccio richiamano morfologicamente e sinteticamente il tratto dell'arco a sesto acuto che ritroviamo tra i monumenti della città soprattutto nel Palazzo dei papi». Una serie di elementi ben connaturati al contesto temporale dell’anno giubilare già presenti nella prima stesura del progetto, andando quasi ad anticipare la richiesta dell’amministrazione di rivisitarlo per l'edizione 2025 vista la concomitanza del Giubileo.
«La prima parte del mio incarico riguarda lo studio di fattibilità e la rivisitazione del progetto del 2024. Rivisitazione che - specifica Porciani - ha riguardato per lo più piazza san Lorenzo per pervenute esigenze dell’amministrazione di accogliere la parte mercatale dell’evento con una selezione ben curata da Chiara Brunori - di Verdi e contenti - di essenze esposte da vivai locali. Un’altra piccola rivisitazione è avvenuta in piazza della Morte in cui abbiamo voluto puntare ad accogliere l’esistente. Nella piazza sussistono una decina di alberi ai piedi dei quali si trovano fioriere ad oggi disadorne. Invece di proporre, come da progetto iniziale, solo un allestimento a terra ne abbiamo previsto uno anche per le fioriere, con l’idea magari di poterlo mantenere anche successivamente».
Per quanto riguarda le tempistiche, il progettista e direttore dei lavori dichiara: «Stiamo procedendo in maniera molto celere, con qualche piccolo intoppo perché sono coinvolte realtà diverse. Sarà un San Pellegrino in fiore che non riguarderà solo la parte vivaistica dell’evento ma coinvolgerà artisti del ferro, falegnami e anche una più inorganica di specchi che rivestiranno molte superfici in tre delle sei piazze. Specchi che sono un po’ il fil rouge del progetto». Lorenzo Porciani conclude osservando: «Credo che l’evento di quest’anno sia anche una bella opportunità per dimostrare ai cittadini viterbesi che esistono anche realtà giovani, sicuramente con meno esperienza della vecchia guardia, ma che possono e vogliono fare per mettere a terra qualcosa di bello sulla spinta del proprio entusiasmo».