«La Provincia è contraria a questo tipo di possibilità di insediamento».

Il presidente Alessandro Romoli, a fronte di «ricostruzioni fantasiose lette su alcuni organi di stampa», non intende lasciare campo libero a possibili interpretazioni e dichiara a chiare lettere il pensiero dell’ente da lui governato in merito alla mega discarica che dovrebbe sorgere ad Arlena di Castro.

Ribadendo il pollice verso alla «piattaforma per la lavorazione dei rifiuti plastici - complessivamente un impianto da 122mila metri quadrati - provenienti dalle spiagge, dal mare e dalla raccolta differenziata» spiega che Palazzo Gentili non «ha titolo autorizzativo».

«La Provincia, nell’ambito dell’autorizzazione regionale che è l'ente proponente, - rimarca - rilascia soltanto il parere sul demanio idrico».

Nella fattispecie, come spiegato dalla dirigente dell’Unità di progetto tutela del territorio, l’avvocato Francesca Manili: «L’amministrazione provinciale in conferenza servizi ha espresso parere positivo rispetto alla tematica ambientale relativamente all’autorizzazione del collettore per lo scarico delle acque reflue, derivanti dalle lavorazioni, nel fossato Perticone».

«L’aspetto politico della vicenda - torna a ribadire Romoli - è che l’amministrazione provinciale è contraria a nuovi punti di discarica sul territorio, la Tuscia è l’unica provincia del Lazio che è autosufficiente e che chiude il ciclo dei rifiuti».

Sullo stesso tenore l’intervento del delegato all’Ambiente, e sindaco di Tessennano, Ermanno Nicolai, che in merito a quanto emerso in questi giorni afferma: «E’ una bugia sia il fatto che la Provincia abbia autorizzato sia che i Comuni limitrofi fossero a conoscenza dell'impianto».

E invita a visionare i documenti sul sito della Regione, da cui si evince che «l’unico parere favorevole è quello del comune di Arlena, deliberato nel 2021 prima delle elezioni che hanno portato poi alla riconferma del sindaco Cascianelli».

In merito poi alla mancata informazione relativamente al progetto della mega discarica da parte dei Comuni limitrofi spiega: «A differenza degli impianti delle rinnovabili, i cui cavidotti vanno a interessare i paesi attigui a dove saranno installati gli impianti, nel caso di Arlena la piattaforma non incide sui territori vicini. Pertanto non è obbligo della Regione informare le amministrazioni della conferenza dei servizi».

Per quanto riguarda le azioni future messe in campo da Palazzo Gentili: «Oggi - sottolinea il presidente Romoli - si terrà la riunione dei capigruppo per individuare la modalità più incisiva da portare poi nel consiglio ad hoc che sarà aperto a tutti i sindaci».

Probabilmente si avvierà un ordine del giorno per raccogliere le istanze dei primi cittadini e su quelle valutare le iniziative da intraprendere.

Al vaglio anche il possibile ricorso al Tar, previo parere di tutti i sindaci. Presenti alla conferenza stampa nella sala Benedetti di Palazzo Gentili anche i funzionari Antonello Riccardi e Alessandro Pozzi.