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La situazione finanziaria della Civitavecchia Servizi Pubblici srl torna al centro del dibattito con numeri preoccupanti, dopo anni di relativa serenità.
Il primo trimestre del 2025 si chiude con una perdita d’esercizio di 365.763 euro, a conferma di una situazione gestionale nuovamente critica che rischia di vanificare i risultati raggiunti con il piano di risanamento approvato nel 2020 con la famosa delibera 78 firmata dall’allora assessore alle Partecipate Massimiliano Grasso, e poi aggiornato nel 2022.
Il capitale netto, tornato positivo da poco, da oltre 600.000euro è ora ridotto a poco più di 250mila euro, rischia una nuova ulteriore erosione che potrebbe portare Csp di nuovo sotto la soglia minima. Uno scenario che renderebbe necessario un nuovo intervento da parte del Comune, il socio unico.
Ma qui si aprirebbe una situazione di vera crisi: la normativa e la Corte dei Conti vietano il “soccorso finanziario” reiterato e privo di piano industriale sostenibile. E soprattutto, il Comune è a sua volta alle prese con un bilancio di lacrime e sandue in cui mancheranno, a meno di sorprese dell’ultimo momento, anche gli oltre 6 milioni di Enel. In sostanza, anche volendo, l’amministrazione comunale non potrebbe ripianare ancora le perdite.
I numeri parlano chiaro. Il margine operativo lordo è negativo per oltre 170mila euro, mentre il risultato operativo (EBIT) si attesta a -357mila euro. Anche gli indici patrimoniali confermano un’elevata esposizione debitoria: l’87,66% degli impieghi totali è costituito da passività correnti, mentre l’autonomia finanziaria resta al minimo storico, con un capitale netto pari al 2,98% del totale impieghi.
Il vero problema, in attesa del boom della stagione crocieristica, è finanziario. Con tutti gli alert possibili attivati anche dal Controllo analogo, per la situazione di cassa ed il pagamento dei fornitori e poi, se il quadro non dovesse migliorare, degli stipendi.
A peggiorare le prospettive per i mesi a venire, c’è l’incertezza sulla gara in corso da parte dell’Autorità di Sistema Portuale per l’affidamento del servizio di navettamento crocieristi. Il servizio speciale porto-stazione, nato nel 2020 su iniziativa dell’ex vicesindaco Massimiliano Grasso, ha rappresentato fino al 2024 una delle poche fonti di ricavo stabile e crescente per Csp, garantendo utili – seppur modesti – dopo anni di perdite. Ora, con il rischio concreto di perdere buona parte di questi ricavi, il bilancio rischia di sprofondare di nuovo nel rosso strutturale.
Il futuro della società è quindi legato a doppio filo all’esito della gara portuale e al rinnovo dei contratti di servizio, quasi tutti in scadenza al 31 dicembre. Molti di questi dovranno passare per procedure a evidenza pubblica, con l’incognita su quali torneranno davvero in house e quali finiranno ai privati. Un vuoto che rischia di lasciare Csp senza servizi e senza ricavi.
Nonostante le difficoltà, la società continua a sostenere spese per consulenze la cui utilità resta tutta da chiarire per l’azienda, che ha cominciato a licenziare i primi interinali, senza un vero piano di razionalizzazione dei costi della raccolta porta a porta. Anche il debito verso i fornitori – salito a oltre 3,4 milioni – rappresenta una delle principali criticità, insieme all’esposizione tributaria e previdenziale.
Il rischio più concreto, oggi, è che la semestrale certificata possa registrare una perdita tale da azzerare il capitale netto. In quel caso, se il Comune non potrà intervenire per via dei limiti normativi, l’unica strada resterebbe l’avvio delle procedure di liquidazione. Uno spettro che, a Civitavecchia, si è già palesato in passato e che oggi torna minacciosamente all’orizzonte.
Nel frattempo, il piano industriale di medio periodo dovrà essere aggiornato e le azioni di risanamento accelerate. L’alternativa è un’altra stagione di commissariamenti e tagli, con pesanti ricadute sui servizi ai cittadini e sull’occupazione.
Un quadro che nei mesi scorsi sempre Massimiliano Grasso, oggi in veste di capogruppo della minoranza, aveva delineato con preoccupazione, senza che il sindaco Piendibene e l’amministrazione, in primis con l’assessore all’Ambiente Stefano Giannini, abbiano però messo a punto un piano efficace di intervento prima che la situazione diventi irrecuperabile.
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