L’emergenza cinghiali approda a Palazzo dei Priori. E come tutte le problematiche, in cui si intrecciano un complesso sistema di normative e competenze afferenti a istituzioni di vario livello, parte il gioco dell’indice.

Puntato sulla Regione, sulla Provincia, sul Comune e persino sui cittadini a seconda della mano a cui appartiene.

Ieri nel consiglio straordinario aperto, richiesto da alcune forze di minoranza - Fratelli d’Italia, Gruppo misto, Lega e Per il Bene comune - l’indice è stato puntato prevalentemente sulla sindaca Frontini e sulla scarsa attività dell’amministrazione per contenere il fenomeno.

In aula rappresentanti di Regione, Asl, associazioni animaliste e dei comitati spontanei dei cittadini residenti nelle zone a ridosso del parco dell’Arcionello. Assenti i consiglieri regionali per impegni istituzionali.

In apertura dei lavori la capogruppo FdI Laura Allegrini, oltre a rimarcare il ritardo con cui il Comune si è adeguato al decreto regionale sul contenimento degli ungulati emesso a luglio 2022 - «Viterbo ha presentato un piano questo agosto» - ha posto una serie di domande: «Perché non sono state acquistate le gabbie» e «Come mai non sono previste le somme per tale acquisto in bilancio?».

La presenza dei cinghiali già insostenibile, secondo la consigliera meloniana peggiorerà «perché con l’inizio della caccia gli animali staranno più in città che nel parco».

La riserva dell’Arcionello è gestita dalla Provincia e il presidente Alessandro Romoli sottolinea che l’ente «ha fatto la sua parte. Acquistando 5 gabbie e avviando un’ulteriore manifestazione d’interesse per gestire il trasferimento degli animali catturati».

Rimarca però che alcuni terreni del parco appartengono a privati e per il posizionamento delle gabbie serve la loro autorizzazione. Poi chiarisce: «Selezione e cattura significa abbattimento, non c’è altra soluzione. Questo è il quadro reale della situazione».

Abbattimenti che sono già avvenuti: oltre 900 i capi abbattuti nella zona Vt1 e più di 600 in Vt2.

Sempre in tema di gabbie, stando a quanto dichiarato dalla sindaca Chiara Frontini, l’acquisto o il noleggio si sta rivelando piuttosto complicato.

«Alcune aziende del territorio hanno subito minacce e incendi, quindi non hanno intenzione di coadiuvare l’amministrazione. - ha spiegato - Dovremo rivolgerci a ditte di altre zone».

Altra problematica sollevata dall’emergenza cinghiali, oltre alla sicurezza, la pulizia.

Sia a valle dell’Arcionello, eliminando il canneto dove gli ungulati spesso vanno a dormire, sia quella delle vie dopo il passaggio degli animali alla ricerca di cibo. Con interventi più sistematici da parte di Viterbo Ambiente. Maurizio Mariani, rappresentante della società, rappresenta però una serie di problemi incontrati durante il servizio per gestire l’emergenza.

Dagli operatori che devono lavorare con margini di sicurezza, dato che a volte si trovano faccia a faccia con i cinghiali, al fatto che alcuni condomini sono aree private e non si può accedere.

Maria Grazia Pompei della Lipu ha raccomandato «un’attenzione maggiore alla raccolta rifiuti e rispetto delle regole da parte dei cittadini per una raccolta adeguata» ma ha anche posto l’accento sull’educazione della cittadinanza «perché spesso non si capisce che i cinghiali sono animali selvatici e vanno tenuti a distanza».

Focus sulla pulizia anche di Antonella Bruni, portavoce del comitato dei cittadini, che ha chiesto al Comune di farsi carico dei manufatti per agganciare i mastelli dei rifiuti che vengono ribaltati dai cinghiali.

La seduta si è rivelata straordinaria anche per il numero di interventi da parte della maggioranza, solitamente silente: ben otto i consiglieri che hanno detto la loro sull'emergenza.

In conclusione lavori, la sindaca Frontini ha replicato alle varie istanze.

«Il tema è estremamente complesso ma non rifuggo dalle responsabilità ma non mi faccio scaricare addosso quelle altrui».

Il riferimento è alla Regione che ha conferito ai Comuni il potere di predisporre il Priu (piano regionale interventi urgenti ndr.) «ma non fornisce risorse né strumenti pratici. Dobbiamo attuarlo con soldi nostri».

Puntualizzati poi gli interventi relativi alla pulizia. «Il piano di riassetto per sistemare dopo il passaggio dei cinghiali ci costa 800 euro a settimana» e in merito ai controlli sulle norme di pulizia dei terreni: «Su 56 proprietà private avvisate, 38 hanno ottemperato e 18 sono stati sanzionati».

Numero di sanzioni aumentato anche per l’errato conferimento, il 30% in più.

«Non stiamo prendendo sottogamba l’emergenza, sarebbe doveroso però un supporto economico dalla Regione. Se non per risolvere, quantomeno per arginare la problematica» chiosa.