Roma dice “no” al deposito di rifiuti radioattivi nella Tuscia. Il consiglio comunale della Capitale ha approvato all’unanimità una mozione con cui si oppone alla realizzazione del parco nazionale.

“I partiti, i movimenti del consiglio comunale di Roma hanno capito l’importanza della nostra lotta, non solo per la Tuscia ma anche per la città di Roma - scrive il Biodistretto della via Amerina e delle Forre - La Capitale ha compreso le nostre ragioni, l’incompatibilità oggettiva fra il nostro territorio e l’ipotesi di 95mila metri cubi di scorie nucleari. L’estraneità sociale di un progetto come quello del deposito nazionale nucleare e l’ingiustizia storica e sociale che questo progetto rappresenterebbe nei confronti della Tuscia, un territorio a vocazione prevalentemente agricola e che rappresenta sempre di più un’economia agricola basata sulla ricerca, la qualità e l’eccellenza che tutto a che vedere con quello che può essere uno sviluppo sobrio, sostenibile e che nulla a che vedere con lo sviluppo industriale tutto concentrato sul nucleare. Roma ha quindi capito che mettere alle porte della città, a poche decine di chilometri dalla capitale, questa montagna di scorie nucleari sarebbe un grave danno non solo di immagine, ma anche dal punto di vista del pericolo per gli stessi cittadini. È quindi un elemento di sapienza quello che oggi viene fuori dalla scelta del consiglio comunale, di sostenere, di votare la battaglia che la Tuscia sta facendo contro questa ipotesi scellerata”.

«Abbiamo dialogato da tempo con i soggetti romani - dice il presidente Famiano Crucianelli - ed è per questo che si è arrivati a fare un atto di questa importanza, che apre un nuovo orizzonte, perché rompe quell’accerchiamento, rompe quel tentativo di confinare la Tuscia in un angolo per poi, nella disperazione generale, scaricare questa montagna di scorie nucleari».