CERVETERI - Iniziati i lavori di recupero e di valorizzazione di un eccezionale gioiello ceretano: la Tomba delle Iscrizioni Graffite, come l’ha chiamata l’archeologo Giovanni Colonna, studioso dell’Italia antica e della civiltà etrusca: Colonna l’ha ‘’riscoperta’’ negli anni ’80. La tomba, risalente all’ultimo quarto del VI° secolo a.c. è oggetto di lavori di pulizia soprattutto all’esterno, per renderla accessibile. I volontari dell’associazione Nucleo Archeologico Antica Caere (NAAC) Onlus, in collaborazione con la Soprintendenza e con il Comune di Cerveteri, organismi per i quali prestano la loro opera e la loro competenza, coordinati da Antonio Amasio quale responsabile, anche con questo intervento portano avanti la loro politica: valorizzare il territorio col volontariato archeologico. Amasio si adopera in un excursus storico di questa tomba violata a suo tempo da ricercatori clandestini.
«Una tomba nota ma che non è stata mai fruibile al pubblico – dice Amasio – e noi abbiamo pensato che renderla fruibile sarebbe stata una bella cosa. Era stata riempita di terra e tufi dai clandestini e Colonna dopo aver saputo che dentro c’erano delle tracce di colore l’ha riaperta con gli assistenti di scavo dell’epoca. Alla fine della ripulitura si sono resi conto che c’erano delle iscrizioni, delle figure incise ecc. Dagli studi effettuati, considerando le fonti storiche e archeologiche e la datazione della tomba, Colonna ha ipotizzato che il personaggio principale sepolto all’interno fosse il padre di Thefarie Velianas, il re di Caere citato nell’iscrizione delle lamine d’oro di Pyrgi Tanto la rende preziosa e il suo interno una grande quantità di iscrizioni parietali graffite. Se ne ha conoscenza di una simile a Sesto Fiorentino: quella della Montagnola. Il contenuto sepolcrale, farebbe riferimento ad una offerta che si presume la vedova abbia fatto all’illustre consorte probabilmente sepolto all’interno della seconda camera sepolcrale nel letto di sinistra, contenuta in un vaso colmo di doni che lo avrebbero confortato nell’aldilà. Naturalmente. A seguito delle “visite” ricevute dai clandestini, del vaso nemmeno un frammento».
Pregevole il lavoro dei volontari del NAAC che oltre ad aver acquisito un’esperienza archeologica sul campo consolidatasi nel corso degli anni, alcuni, tra i quali Amasio sono esperti di ceramica, e dall’83 sperimentano le antiche tecniche di riproduzione della ceramica.
Lorenzo Croci, assessore allo Sviluppo sostenibile del territorio, dice: « Questa cosa va ad incastonarsi all’interno del progetto di valorizzazione che stiamo portando avanti anche con le altre associazioni di volontariato per quando riguarda la via degli Inferi e la Tomba delle Cinque Sedie».